Salvare l’umanità.

Come mai una ragazzina svedese di nome Greta ha potuto inscenare una manifestazione di coscienza sui temi ambientali così cospicua e diffusa in Europa?
Per effetto di un complotto mediatico ordito da massoneria e Soros?
Perché i ragazzi non hanno niente da fare e quindi ma si andiamo a fare i scemi in piazza?
No. Perché lei ha semplicemente parlato di un problema che esiste davvero.
Certo, la sua azione è stata singolare( il suo sciopero durato mesi di fronte al parlamento svedese), è riuscita ad avere un palco di presentazione molto importante come quello del parlamento europeo, ha avuto l’immediata attenzione di media ed editori a causa della sua giovanissima età ed anche alla sua caratteristica di essere una portatrice di sindrome sociale e tutto questo ha contribuito molto alla sua causa (che poi non è sua affatto).
E’ stata addirittura proposta per il Nobel della pace.
Non sarebbe certo la prima volta che il premio Nobel per la pace viene affidato in modo leggermente candido. Lo ha avuto anche Obama, presidente di un paese perennemente in guerra e dove un sacco di persone vanno in giro armate.
Ma quali competenze ha una ragazza di sedici anni per essere l’alfiera della pace secondo i dettami del premio più significativo del mondo?
Non lo so.
So che la questione ambiente è una questione molto delicata, serissima e che ha bisogno di soluzioni complesse, articolate, contradditorie e dagli obiettivi limitati, o non completi del tutto.
Mi spiego meglio.
Credere che la soluzione alla questione ambientale sia lo spegnimento di motori, ciminiere e delle stufe per riscaldamento non è praticabile.
Così come credere che il ritorno ai bei tempi in cui l’umanità crepava di fame, freddo e malattie ma respirava aria sopraffina sia una soluzione, non è realizzabile ( ed è anche una falsità storica).
E’ fuori di dubbio che le sfide del prossimo secolo si giocano su tre campi: L’aria, la terra e l’acqua.
Mentre la ricerca si deve sperticare per trovare soluzioni PRATICABILI su energie rinnovabili e smaltimento dei rifiuti e la politica mondiale lo deve fare per offrire delle società che siano giuste per l’umanità e che consentano accesso alla sanità, al cibo, alla mobilità , all’istruzione, all’abitazione ed ai beni primari indispensabili per tutti i suoi abitanti e mentre ci si batte per tendere a tutto questo la vita del mondo non
deve arrestarsi e regredire.
L’idea che basterebbe tornare indietro di cent’anni o poco meno e fermarsi lì è sciocca, insana e da stupidi.
L’argomento mi appassiona, è causa di intensi e continui studi che fanno anche parte della mia occupazione e sarei tentato di dedicarvi pagine e pagine di post.
Ma non servirebbe a cambiare la differenza di come stanno le cose e di come vengono percepite.
Basta però fare i conti con dati certi, indiscutibili.
Entro due secoli se continuiamo ad immettere CO2 nell’atmosfera non ci sarà più aria respirabile. Il che significa che tra 50 anni le città saranno velenose.
Dieci fiumi al mondo( tutti in Asia ed Africa) rovesciano nei mari tali quantità di plastiche ad altissima resistenza( che si degradano con immensa lentezza e non si sa bene con quanta effettiva pericolosità) da aver generato orrende ed enormi isole negli oceani che oggi nessuno sa veramente come eliminare.
Le terre coltivate sono inquinate da pesticidi, fitofarmaci e rifiuti plastici( anche lì, e parecchio) in modo che da qui al prossimi 50 anni non sarà possibile immaginare di non aver generato soluzioni perché restino terre produttive.
Le falde delle acque potabili nelle pianure stanno precipitando mediamente vicino ai 100 metri. dal suolo.
Non basterà l’agricoltura biologica a salvare l’umanità, naturalmente.
Non utilizzare più la plastica per confezionare e contenere è un obiettivo ancora lontano.
Non basterà affatto riciclare i fondi del caffè per farne combustibile, le bucce di banana e di ananas per farne borsette e scarpe vegane ed i gusci d’uovo per fare il miglior cemento della storia.
La cosidetta “economia circolare” rischia di farci perdere tempo, se è l’unico campo della ricerca.
L’umanità sarà salvata( o aiutata) dalla ricerca biologica, dalle tecnologie e dal coraggio di scelte decisive che dovranno prendere i governi dei paesi illuminati, che senza imporre limiti allo sviluppo proprio e di quei paesi che stanno conoscendo l’emancipazione dalla povertà, debbono sentire sulle proprie spalle la grave responsabilità, non più derogabile, di salvare l’umanità.
Destinare fondi cospicui alla ricerca biologica, alle università ambientali ed agrarie e alle scienze mediche e meno agli eserciti ed alle guerre deve essere la direzione da mantenere.
Non per salvare il pianeta, che il pianeta resisterà miliardi di anni, ma per salvare chi lo abita e lo mantiene.
Agostino Mastrogiacomo
Presidente Acliterra Latina.
filippini-image-a-2-1435915675762-685969          (fonte foto: Dagospia)

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