Le minoranze

In un mondo dove un colore solo è fatto di infiniti cromatismi e tonalità,  questo stesso mondo offrirà la medesima possibilità espressiva per tutto .
E’ il nostro  mondo,  fatto di tante minoranze, di continue frazioni differenziate.
Negli anni sessanta del secolo scorso esisteva la musica pop.
Che erano poi il Rock, il Blues, il Country, il Folk.
Oggi solo di Rock ne esisteranno credo 50 tipi e sono destinati ad aumentare e la stessa cosa vale per gli altri generi a cui se ne sono aggiunti almeno altri 20.
Una continua esigenza di riconoscersi in microcosmi, una deflagrazione della famosa cultura di massa di cui ci siamo riempiti la memoria per mezzo secolo e passa.
La moda offre migliaia di differenziazioni, le arti espressive ancora di più, l’alimentazione e lo stesso sapere subiscono questa continua segmentazione di una macroarea a cui comunque appartengono.
Ci sono i vegetariani, i vegani, i fruttariani ma anche i melariani fino a raggiungere il più strabiliante del caratterismo alimentare: il respirianesimo, dove ci si nutre solo con dei bei respironi profondi.
Di aria inquinata, aggiungo io, e forse sarà proprio per questo che in qualche modo ci si nutre.
Io direi che in condizioni di abbondanza e sicurezza di alimentazione, di sapere, di conoscenza ed essendo noi nella possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi relativi e parcellizati , di poterli catalogare, comprenderli in contenitori sociali( anche se per lo più virtuali ) e accreditarli ( più o meno in modo credibile e veritiero) diventa inevitabile il bisogno di individualizzarsi e di riconoscersi in gruppi relativi e relazionali.

Gruppi sociali fortemente coesi, dove è spesso precluso ogni accesso esterno, ogni contraddittorio. Parrà strano ma esistono gruppi che si relazionano ( anche fisicamente, affermano) con gli alieni, altri che credono fermamente che la terra sia piatta, altri che si travestono da cartoni animati e vivono una vita affettiva condizionata da questa appartenenza, generando comici accoppiamenti da far invidia ai migliori fantasisti, altri sono coinvolti in inquietanti pratiche rituali perchè adepti di sette pseudo religiose.
Non era mai successo? Naturalmente si, pensiamo solo agli “Hippies” o anche ai cosidetti “arancioni”, gli Hare Krisna. Come a tante congreghe mistiche che non mancano mai di coinvolgere persone, spesso vulnerabili e suggestionabili, in cerca di appartenenza
Ma l’avvento del mondo telematico agevola la costruzione di piccoli mondi virtuali (e reali) dove la differenziazione e la caratterizzazione può essere innalzata, esasperata.
Tutti queste frazioni sociali hanno una comune convinzione, un collante che unisce gli appartenenti e che tende ad assimilarli tra le varie identità culturali dei diversi gruppi: tutti credono alla esistenza di un mondo che invece vuole assoggettarli, privarli della loro “terra promessa”. Tutti credono alla necessità di difendersi, di opporsi con forza ed astuzia ai vari complotti orditi conto di loro e contro tutti in generale. Tutti, o quasi tutti,  credono alla volontà di riscatto, di affrancamento dalla società istituzionalizzata (identificata come  corrotta e mendace ) e di doverla combattere e modificarla a loro piacimento.
In questo contesto succede però che la loro purezza identitaria una volta entrata a contato delle istituzioni tende a perdere smalto, a corrodersi e , vista la posizione fortemente ideologizzata e altamente caratterizzata, il fatto genera conflitti.
Conflitti difficilmente sanabili, anzi destinati a produrre una probabile implosione.

Agostino Mastrogiacomo

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