IL SOSTEGNO ALL’AGRICOLTURA
La programmazione europea della distribuzioni di fondi a sostegno dei vari comparti economici prevede
cospicue somme a sostegno della agricoltura. Sono fondi che perseguono tre obiettivi principali : 1) L’erogazione di risorse economiche per la produzione e l’immissione sui mercati dei prodotti agricoli destinati al consumo alimentare umano.
2) Altre erogazioni per l’innovazione tecnologica delle produzioni e delle trasformazioni alimentari.
3) Fondi strutturali per la conservazione del mondo rurale ed il suo sviluppo nel rispetto delle tradizioni e dei vincoli ambientali.
Da ognuno di questi tre pilastri si dipartono altre forme di perfezionamento di questi principali obiettivi: al punto uno, tanto per fare un esempio, sono previsti fondi per rendere accessibili ai mezzi meccanici i campi agricoli di raccolta o di semina o per generare le infrastrutture che consentono ai produttori ed ai trasformatori di raggiungere in modo economicamente sostenibile i vari mercati di distribuzione.
Così come al punto due sono previsti fondi per l’adeguamento delle strutture agricole e zootecniche e delle coltivazioni ai nuovi standard eco-sostenibili e di basso impatto ambientale.
Uno dei primi obiettivi della Comunità Europea, da quando essa è stata concepita, è stato quello di creare un sostegno stabile e previlegiato verso la produzione di beni primari, ovvero di prima necessità, inteso
come strumento sociale essenziale per sostenere la capacità di reddito dei lavoratori e delle popolazioni nel loro insieme.
Ed il risultato non è tardato a venire. Per cui la migliore ottimizzazione della produzione di alimentari e la maggiore efficentazione per rederli accessibili al maggior numero di persone ha reso possibile una grandiosa rivoluzione che è stata la vera inversione di marcia del secolo scorso.
Ha reso possibile ce ogni salariato della CEE potesse destinare parte del proprio stipendio all’acquisto di beni e servizi che ne avrebbero permesso l’evoluzione e l’emancipazione verso una società interclassista.
In sostanza queste politiche hanno permesso un forte contenimento dei prezzi dei prodotti alimentari ed una maggiore distribuzione e varietà, di fatto facendo uscire i lavoratori ( specie per quelli del comparto agricolo ) dal giogo che per secoli imponeva che il 90% del proprio stipendio fosse utilizzato per procurarsi il cibo. Che era poco, povero, insicuro e costoso.
Questa percentuale si è andata riducendo non solo con gli aumenti salariali ma soprattutto per queste politiche economiche sviluppate di concerto tra i vari stati Europei.
I contadini Italiani hanno potuto mandare i propri figli a scuola e costoro sono diventati classe dirigente, professionisti, hanno scalato diversi gradini della società diventandone parte attiva. Gli impiegati hanno conosciuto le ferie estive , generando un grandioso indotto economico che ha reso più forte la nostra nazione. Le famiglie hanno potuto investire in beni di consumo durevoli, come gli elettrodomestici e le automobili che sono stati prodotti da colonne portanti dell’industria Italiana nel mondo.
Tutti abbiamo potuto acquisire cognizioni , sapere, cultura che sono beni immateriali ma che contribuiscononon poco alla ricchezza personale e che prima erano disponibili solo a pochi fortunati.
Molti hanno costruito nel tempo un piccolo capitale fondiario, hanno potuto comprare casa, magari anche due, e hanno determinato l’intera ricchezza della nostra nazione, ricchezza che qualcuno dei politici di governo oggi ritiene che sia nella propria disponibilità e di poterla gestire in nome e per conto di chi invece quella ricchezza se l’è creata da solo.
Ecco perchè non bisogna cedere .
Bisogna insistere con queste politiche economiche di contenimento e riduzione dei prezzi al consumo,
perchè è l’unica via possibile e praticabile per far sì che uno stipendio medio, che è poca cosa, possa tornare ad essere uno strumento di evoluzione verso una società che include ed e’ integrata.
Agostino Mastrogiacomo Presidente Acli Terra Latina