La tradizione veneta del Natale a Latina

Latina, Podere 329 – Famiglia Zerbinati
E’ passato da poche ore il Natale.
Fervono i preparativi per l’ultimo dell’anno e per l’Epifania.
Ogni anno, insieme, in famiglia, una grande famiglia.
Si pensa al menù con qualcosa di semplice ma originale pur preservando le tradizioni culinarie venete.
Eh si perché quelle non possono di certo mancare!
In particolare Gnocchi dolci con cannella e Pinza della Befana.
I primi fatti a mano da me con uova casarecce, farina di grano tenero e patate pasta gialla gustati con una salsa che prevede i seguenti ingredienti:
– Cannella
– Zucchero
– Burro
– Parmigiano
La seconda cioè la Pinza della Befana, un dolce tipico con una preparazione lunga.
Occorrono numerosi ingredienti:
– Farina gialla (da polenta) e un po’ di farina bianca
– Lievito
– Latte
– Burro
– Uva sultanina
– Fichi secchi
– Zucchero
– Uova
– Rum
Pietanze tramandate di generazione in generazione che rievocano la storia e implicitamente ricordi di gioia e di dolore.
Altra tradizione è, in dialetto veneto, il “brunello” cioè il falò.
Si brucia il 5 Gennaio di ogni anno nelle campagne dell’Agro Pontino. Qui nello specifico nelle campagne del Podere Zerbinati.
La settimana che va da Capodanno all’Epifania si prepara questo grande cumulo di rami e paglia tutti insieme, grandi e piccini.
La mattina del 5 Gennaio si crea, infine, il “pupazzo” della befana da porre sul vertice del cumulo.
È la parte più divertente.
Si prendono vestiti vecchi, rovinati, si riempiono di giornali e così il corpo è fatto; poi con un lenzuolino pieno di giornali si fa il viso e con trucchi e pennarelli si definiscono i dettagli.
In ultimo, per completare l’opera, si mette una scopa e il cappello al pupazzo della befana.
La sera quando si brucia il “brunello” si vede la direzione delle cosiddette in dialetto veneto “Faive” cioè le faville.
In un verso l’anno andrà bene e sarà positivo, concreto e favorevole per il raccolto (relativo alle coltivazioni erbacee). Nell’altro verso, invece, sarà un anno negativo e difficile per il raccolto.
Sono tradizioni che emozionano, che devono continuare ad essere trasmesse ai più piccoli.
In ogni Regione, in ogni città/paesino è bello vedere e condividere le diverse usanze.
Tutto è legato alla nostra Terra.
Bisogna tutelare e promuovere il nostro territorio attraverso la condivisione e partecipazione, salvaguardando la cultura.
Buon fine anno e inizio anno nuovo

Il Presidente di Acli Terra Lazio
Miriam Zerbinati

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