Scrittore Sumero: 4 puntata – edizione speciale

Pompei, anno 6 DC.
Un rumore di di carri scorreva per il decumano, c’era mercato, confusione a Pompei, era primavera, mattina, e camminavo a passo svelto, ma silenzioso.
Raggiunsi il lato posteriore di un edificio adibito ad osteria.
Attesi qualche minuto e mi raggiunse un vecchio commerciante.
Ave, sono venuto dalla Liguria per dirti che abbiamo concordato che Genova sarà la capitale della Liguria, è un accordo che va bene a tutti e l’Imperatore la proclamerà nelle prossime ore.
Bene, bene, risposi, ora dove andrai gli chiesi.
Con il raddoppio degli approvvigionamenti di grano, voluto dall’Imperatore Augusto, da distribuire a Roma, vista la crisi alimentare, c’è da fare per uno come me, andrò in Sicilia a concordare qualche affare.
Bene, teniamoci in contatto, è merito tuo se in Liguria tutto è andato bene.
Io proseguo per Roma.
Quella notizia mi apriva le porte dei favori imperiali per poter aprire nuovi scenari a Genova, ma prima dovevo passare nella Capitale dell’Impero.
Mi aprì le porte un soldato che era di guardia, avevo appuntamento con il Console Lucio Arrunzio, da poco giudicato dall’Imperatore meritevole del potere consolare.
Ave Lucio, sono felice del tuo nuovo incarico.
Ave Sumer.
La notizia di Genova capitale ti offrirà la possibilità di utilizzare la flotta di stanza in Liguria con pieni poteri.
Certo Lucio, mi serviva.
Non ho nessuna carica, ma ho un compito, devo continuare il mio percorso.
Avevo lasciato il Prof Alfio Claudioli nella villa di Tiberio a gozzovigliare, mentre raccontava alle ancelle luminose idee per la grafica del futuro, ma io mi ero impossessato dei documenti e dell’identità di un agente di fiducia dell’Imperatore, sbarcato dalla nave che era attraccata quel giorno, per proseguire la storia e cercare di trovare una strada per il futuro.
Torno a chiamare il Prof Claudioli, lo costringo a mettersi in marcia verso Passo Genovese sulla costa laziale, lì ci imbarcammo.
Il Prof Claudioli in quella villa aveva passato giorni straordinari, gratuitamente straordinari.
Vele e rematori al massimo, eccoci in Liguria.
In un altro tempo, XX secolo, a Roma Lambertus ed Elba sono al cospetto di Guglielmo Marconi, si salutano, si conoscono e lo scienziato gli rappresenta la grande prova di illuminare il Cristo Redentore di Rio De Janeiro premendo un pulsante lì a Roma.
Tutto pronto, preme, si illumina e no, cosa succede, risucchiati i nostri due eroi vengono catapultati in Brasile.
Rio de Janeiro 1931, Lambertus ed Elba a Copacabana.
Genova 6 dc, Scrittore Sumero e il Prof Claudioli tra gli approdi della marina genovese.
Fa freddo, è buio, piove, tra i palazzi al centro di Torino, è il 1896, lì stava camminando Emilio, pensava, rifletteva, doveva rifinire il suo libro.
All’improvviso apparve sotto i portici una ragazza, bellissima, il meglio che una ragazza sudamericana e una ragazza asiatica possano esprimere insieme.
La guardò, sorpreso vide che lei gli andò incontro, elegante, eccitante, ma lui riacquistò sicurezza e ricomponendo lo sguardo e la postura le si fermò davanti.
Lei, disse la ragazza, è Salgari, Emilio Salgari?
Mi chiamo Isidora Basso.
Si sono io, Salgari, Emilio Salgari, ora ho capito dove trovare la mia ispirazione per il mio libro, lo sto concludendo, è sui Pirati della Malaysia e lei signorina ne è la rappresentazione femminile di quei mari, di quella natura.
Perché mi vuole parlare?
Le sussurrò la ragazza che stava per raccontargli una storia incredibilmente fantastica e che c’erano quattro persone da riunire in giro nei tempi.
Salgari disse, signorina Isidora, mi dica, è il mio mestiere.

Scrittore Sumero

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