Anellidi in tavola

Noi Italiani quando viaggiamo in paesi lontani tendiamo a ritrovare sapori e gusti a cui siamo abituati.
E per una buona ragione: siamo il popolo che ha il più grande e buon assortimento di cibo di alta qualità che c’è nel mondo. Non lo dico io, lo dicono le certificazioni di qualità riconosciute (DOP, IGT ,SGT) che nel nostro paese sono attualmente 292 ma potrebbero essere molte di più.
Certo è che molti dei nostri piatti sono diventati piatti del mondo, quasi hanno perso l’identità nazionale.
Come gli spaghetti, la pizza, il caffè espresso. E puoi trovarli ovunque, anche se probabilmente di diversa qualità. Una qualità che è tanto diversa da risultare per noi molto scadente. Infatti è possibile trovare confezioni di spaghetti già cotti e imbustati o inscatolati, vini da farsi in casa mescolando polverine e liquidi, caffè in tetrapack, pizze che vengono sfornate da distributori automatici.
Tanto vale che rivolgiamo la nostra attenzione ai cibi locali. E qui si apre un mondo che al gastronomo ed alla ghiottona che sono pure tanto curiosi e curiose da ficcare il naso ovunque, diventa il mondo delle mille sorprese.
Già perché nel mondo, sembrerà strano, non si mangia pasta e pizza da 200 anni ma solo da qualche decennio. E anche in proporzioni molto ridotte per ogni consumatore.
Così può capitarvi che per soddisfare questa incontenibile curiosità di incappare in cibi che potrebbero risultare un pochino repulsivi.
Tralasciando i cibi fermentati come il Natto (fagioli di soia quasi putrefatti) o preparazioni come la medusa di mare (Cina ,Thailandia, Birmania) o le aringhe fradiciate per anni (Giappone), pietanze a cui resistere olfattivamente è davvero complicato, potreste trovare in tavola uova fresche di formiche giganti (Messico), crisalidi dei bachi da seta essiccate (Indonesia), bruchi freschi di vario genere ed anche di generose dimensioni (Nuovo Mondo, Africa).
Anellidi sono meno frequenti (Brasile), come lo sono i pipistrelli (Sumatra, Celebes), ma sono all’ordine del giorno e molto apprezzati topi del deserto e porcellini d’india(Messico, Perù), rettili come l’iguana, alligatore, serpenti vari (Stati Uniti ) canidi (Cina).
Del resto anche noi abbiamo i nostri scheletri nell’armadio: le rane e le lumache (che per diversi mesi dell’anno erano l’unico cibo proteico che nutriva i braccianti dell’Italia del nord in tutto il 19mo secolo)
ma anche ricci, istrice e tasso sono vere squisitezze.
In Russia ho assaggiato l’orso e non è stata affatto la cosa peggiore che mi sia capitata .
Gastronomy Domine
Agostino Mastrogiacomo

 

 

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