Canto di dolore

E’ il peso di questo mare che mi schiaccia le ossa , quello che resta di me.
Morire ovunque ma non qui. Non sotto questo immenso peso.
Non giunge alcun grido da qui sotto, non si vede nulla dei miei grandi dolori, del mio cuore di uomo ,è tutto inghiottito nella dimenticanza di questo vile cimitero che non mi da pace.
Manca la luce quaggiù e il freddo genera immobilità e non è compagnia quella dei pesci ,come non lo è quella dei vermi che logorano la carne.
Avrei voluto arrivare.
Quella meravigliosa terra che ho abbandonato resta tutto il tesoro che parla di me.
Sono rimasto impresso lì, in quelle baracche infami, tra rivoli di liquami e puzzo di uomini ,donne e bambini
ammassati nell’attesa di un giorno che non verrà, non verrà mai.
Quella bella speranza di arrivare ha permesso alla mia carne, alla mia pelle, al mio sangue di affondare qui
dove nessuno lo sa e non è servita ad altro, la mia speranza.
Sono solo, insieme ad altri corpi devastati soli e la mia vita non è servita a niente.
E’ stata l’affermazione del dolore e basta.
Il mio corpo è sommerso in profondità e la mia anima dove è rimasta impigliata?

Anonimus

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