La Gara
A guardare le nuvole inondate dal sole che tramonta mentre ci viaggi sopra con l’aereo sembra di vedere il pack dell’artico. Il sole color rame riempiva di colore arancio e rosso il bianco candido della fitta coltre di nuvole mentre l’aereo stava trasportando Lambertus in Svevia, nella città di Friburgo.
Mentre viaggiavano su quell’aereo, sotto di loro, sotto quelle splendide nuvole si stava scatenando l’inferno di acqua.
Sopra tanta bellezza e sotto infuria la tempesta quasi perfetta, pensò Lambertus.
Difetti del creato, doppiezza dell’animo umano. Tragedia e splendore convivono in un mondo dove il pesce grosso mangia quello piccolo.
Pensava a queste cose e non si stava curando molto del perché di questo nuovo viaggio.
Era stato selezionato come giudice in una gara di cucina. La gara del nuovo secolo era stata indetta in quella terra dove la teologia è argomento molto serio.
Ad attenderlo in aereoporto c’erano Urs e Elba Bonifazia .
Tutti gli altri stavano giungendo da ogni parte d’Europa.
Ogni mondo stava partecipando con una propria selezione interna e questa era la fase finale del Vecchio Continente.
Hans, Alberto, Riquelme ed Ines erano i finalisti. Solo il bulgaro Taras Bulba aveva mantenuto la posizione ma nello scontro diretto di Micene con Ines aveva capitolato con voto quasi unanime (8-1). La sua Anguilla del Baltico cotta nella torba e servita con un singolare misto di funghi neri Trombette di Morto, interiora di beccaccia croccanti e segale rosticciata con salsa al caviale rosa Iraniano e panna acida non aveva superato la straordinaria fresella fiammeggiata con granchi Favolli e semi di zucca farciti di pinoli e coriandolo con consommè di testa di capretto servito freddo gelato di Ines.
La mano del caldo mediterraneo aveva sconfitto la vastità aspra della fredda tundra.
Elba era la madrina della serata e la gara si sarebbe svolta nel castello di famiglia di Urs, a Tubinga.
Così dopo i convenevoli saluti si avviarono sulla Bentley di Urs diretti verso la meta.
La pioggia insisteva con perfidia e l’acqua correva sulla strada in cerca di forma e di un approdo sicuro.
Ignoto Cento