Scrittore Sumero: puntata 2 – edizione speciale

Dove siamo? Lambertus, Alfio, dove siamo? Piove forte, vento violento, dobbiamo ripararci, ma la vista di questo mare è attraente. I colori, le onde che dipingono il cielo come fossero pennellate e le nuvole che grattugiano gocce sulle creste spumose. Pioggia. Guardiamo questo panorama, ma appena sotto di noi un grande edificio in pietra e legno che arriva fino alla spiaggia. Lambertus lo guarda e ne riconosce lo stile romano, io riconosco il paesaggio: Sperlonga. Non è possibile, dico io, hanno ricostruito la villa di Tiberio. Non hai capito, dice il prof Claudioli, è la macchina del tempo. Ci ha catapultati nel passato, epoca romana. Ci dirigemmo verso la villa. Era proprio così, eravamo nel passato, chiedemmo, anno 6 D C.
Quella era proprio la villa di Tiberio. Qui siamo in pochi, ci rispose un villico, il Comandante Tiberio è in Illiria a riportare l’ordine in quelle province.  Capii subito e gli chiesi ospitalità, dicendo che venivamo dalla Trinacria per una missione affidataci dagli uomini del Pontefice Massimo Augusto. Sapevamo tutto, venivamo dal futuro, avevamo studiato storia. Tavola imbandita lì, proprio nel magnifico antro ricco di sculture sulle piscine. Quante volte ci sono stato nel futuro, andate a visitarlo è stupendo. Iniziamo il banchetto, senza farci troppe domande. Avevamo vestiti inadeguati, ma per gli antichi romani non c’era stupore, erano abituati a migrazioni di ogni tipo. Aperti ad usi e costumi. Sembra che all’epoca ci fosse solo un cispadano che predicasse la chiusura dei confini, ma i romani gli spiegarono che anche loro fossero figli di Troia, probabilmente, e che è meglio non indagare sulle origini. Proprio un padano, Publio Virgilio Marone da Mantova, ne aveva parlato con grande esaltazione; parlava di sbarchi, quello di Enea. Mentre pasteggiavamo giunse al tavolo una donna. Mora, capelli ondulati, viso tondo come il suo corpo avvolto in una tunica, lei ben proporzionata, trasformando la sua bassa statura in uno slancio di curve. Sono qui per indicarvi la strada ci disse. So chi siete, conosco il vostro segreto, godetevi questa “vacanza” perché avrete un lungo cammino. Sono una ancella del tempio di Diana e la dea ha un messaggio per Lambertus. Per compiere la sua segreta missione egli dovrà recarsi presso il vecchio tempio a Nemi per ascoltare le istruzioni. Lambertus, finito il pasto, prese sottobraccio la messaggera e con una bisaccia di provviste, una faletra ed un arco, ci salutò, e partì. Noi lo guardammo con fiducia. Rimanemmo in due. Ci rifuggiammo nel palazzo semivuoto. Sapevamo che un messaggio sarebbe arrivato anche a noi. Io guardavo il mare e pensavo, il prof Claudioli mi guardò e mi disse, non anticipiamo il destino; qui è tutto gratis.

To be continued

Scrittore Sumero

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