Scrittore Sumero: puntata 1 – Serie Speciale

Mi recavo dalla spiaggia verso il centro dopo il tramonto, avevo fame, non avevo pranzato. Prenoto in un innovativo ristorante, cucina raffinata, capace di elaborare i prodotti più semplici in piatti saporiti, originali e dalla scenografia vivace. Pensavo già al vino. Mi telefona un amico, non lo sentivo da tempo. Ciao gli dico, parliamo a cena, vieni con noi. Entrò in quel ristorante come se camminasse su un tappeto di vetri e si venne a sedere, come se la poltrona fosse bollente. Mi guardò e disse, ” ho visto sulle recensioni, questo posto è carissimo, poi porzioni troppo piccole”. Tirò fuori una tesi: ” questa è cucina gourmet, no? Non può essere, perché gourmet in francese vuol dire buon gustaio e se su google immagine scrivessi buon gustaio allora verrebbero fuori fotografie di cannelloni, matriciane e gnocchi. Qui non ne vedo”. Mentre parla ordino il vino, rido e gli indico i bellissimi piatti. Lo rassicuro che il conto non sarà caro e di rilassarsi. Spesso una trattoria tradizionale è più cara di chi mette originalità e creatività in cucina. Per quel vecchio tirchiaccio, detto con affetto,  la cena non fu una passeggiata.
Sicuramente la condi’ con ironia e spirito. Usciamo a passeggio e dolorante per il conto mi parla del motivo della telefonata. Qualsiasi conto generava in lui un effetto malinconico. Stava lavorando ad un nuovo progetto tecnologico, un disegno innovativo, e consultando dei manuali aveva trovato un appunto. C’erano le chiavi per la combinazione di una presunta macchina del tempo. Le indicazioni segnalavano il luogo: Carsulae. Carsulae? Dissi io. Ho già scritto di Carsulae qualche settimana fa. Andiamo lì. Saliamo per le colline umbre ed arriviamo al sito archeologico. Superiamo il teatro antico e ci dirigiamo verso il foro.
È su un ciglio che troviamo incisa la stessa combinazione numerica integrata da due parole: “VI, VII et XX, ab absurdo”.
Nel precedente appunto mancava nella sequenza numerica il XX. Poco più avanti, inciso dietro una pietra miliare c’era un indirizzo, era stranamente in italiano: via
Maqueda 27, Palermo. Quanto ci costa questa ricerca sbuffa il mio amico; ora a
Palermo.
Abilmente prenota tutto on-line per la mattina dopo da Fiumicino. Ottimo esclama, una economicissima offerta per volo e hotel a Palermo. Bueno. Questa sera, invece, scelgo io, a Narnia c’è una locanda fatta apposta per noi. Vecchio amico, qui cena medioevale e conto medioevale. Non ti sei ancora presentato? Alfio Claudioli, piacere amiche ed amici dello Scrittore Sumero. Il Prof Claudioli è un anticipatore della tecnologia, un innovatore tradizionale. Ci mettono accanto ad una coppia, molto vicini, lui distrattamente, mentre parla con me, attendendo stinchi e contorni di verdure, con una mano prende il pane nel nostro paniere, con l’altra in quello dei due innamorati. Se ne accorgono, ma temono la sua decisione e la nostra voracità.
Aereporto, pronti per il gate.
Ci raggiunge lì Lambertus. Ve lo ricordate? In primavera in un testo giocammo a scacchi e bevemmo vino, parlando della approssimazione dei Cinque Stelle.
Lambertus ci invita per un aperitivo per passare il tempo. Aereo perso, altro biglietto. Altre due ore, pranziamo per affogare la tirchieria, ormai lacerata nell’anima di Claudioli.
Trinacria, Palermo, in marcia verso via Maqueda 27.
Poco dopo il Politeama il portone.
Tutti e tre saliamo le scale, un laboratorio gastronomico.
E cosa facciamo qui? Basta mangiare!
Mizzica, basta mangiare? E che ci faciste in Sicilia?
Un arancino e basta dice Lambertus. Quanto costa è la domanda di Claudioli. Il siciliano ci guarda e ci mostra una tastiera su ceramica brillante di Santo Stefano di Camastra. Lambertus digita VI, VII e XX. Partenza e via…

To be continued

             Scrittore Sumero

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