L’ alimentazione umana del terzo millennio

E’ difficile e improbabile fare una previsione sui consumi  di cibo dell’umanità nei prossimi secoli.
Ma si può fare un confronto con lo stile, le abitudini e le scelte alimentari della storia recente .
La globalizzazione, tanto invisa a molti, ha prodotto un effetto  positivo: ha avuto, grazie ad un aumentato e diffuso  benessere nei paesi  sottosviluppati, il merito di rendere  accessibile e fruibile una sufficiente alimentazione a popolazioni che questo diritto minimo non lo avevano proprio.
Questo benessere è  ancora lontano da standard ottimali e accettabili ma di sicuro negli ultimi venti anni sono sempre di più le  persone che nel mondo riescono ad avere un’alimentazione minimamente varia e sicura.
E il cibo nei paesi sviluppati e ricchi invece come è vissuto?
Da sempre il cibo e la tavola imbandita sono molto mitizzati. Ogni rito è celebrato da un pasto, spesso in comune ad altri partecipanti. I testi sacri delle varie religioni indicano nel rito della mensa il mito stesso del cibo.
Libri, film, dipinti e tutte le arti hanno celebrato in varie forme cibi e bevande e continuamente si ricorre alla tavola come elemento di conciliazione.
E’ ancora così?
In parte sì ma subentrano, in condizioni di abbondanza di cibo e di certezza del suo reperimento, nuovi miti  e nuove aspettative rispetto al cibo ed al suo consumo.
Una semplice osservazione delle pubblicità di alimenti fa emergere che il consumatore ha sviluppato bisogni che non sono più relativi alla sicurezza e all’abbondanza (come era fino agli anni 70 del secolo scorso) ma che fanno riferimento alla provenienza, alla garanzia di salubrità ed a supposte qualità funzionali e medicamentose.
Il cibo oggi più che nutrire cura.
Deve curare il corpo e lo spirito e siamo passati dall’ansia di non averne a sufficienza (tipica di due secoli di cultura) a quella di temere la sua stessa presenza perché potrebbe nuocerci.
Cerchiamo cibi che ci preservino dai tumori, stili alimentari che ci garantiscano una via di salvezza verso la pace interiore e gli elementi gustativo e dionisiaco (da sempre presenti nel rito del pasto) per molte persone  sono tornati ad essere un peccato grave.
Eppure l’alimentazione è cosa necessaria e pure piacevole: a cosa servirebbe una vita senza i sensi del gusto?
La stranota  saga dei films della serie “Pirati dei Caraibi” indica i cattivi nei mostri che vivono infelici perché privi del gusto ed in mancanza di questo perdono anima e corpo.
Parafrasando direi che sì, il cibo è buono,  bello e rende migliore ogni vita umana.
E’ prezioso, abbiamone cura senza pensare che debba curarci.

Agostino Mastrogiacomo

mastrogiacomo chef

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