The winner takes it all

abba

Chi vince prende tutto, ci raccontava Agnesa la prima voce degli ABBA in una splendida e indimenticata  canzone di 40 anni fa.
Lei si riferiva all’amore, quado ti viene tolto da qualcuno, qualcosa. Allora non ci resterebbe niente altro che ritirarci, chi ha preso tutto ha vinto.
Certo, sembra proprio così che funzioni. Di certo è così nel gioco d’azzardo come il Poker o come nel più popolare “Sette e Mezzo”, è così nello sport dove però le competizioni prevedono anche premi di merito e di consolazione. E’ cosi anche nei consigli direttivi delle aziende private: chi ha la maggioranza decide tutto.
E’ diventata una convinzione anche in buona parte  del popolo che vota ed elegge qualcuno a rappresentarlo in una qualsiasi assemblea.
Ci si resta quasi male nel comprendere che invece in democrazia chi vince non prende tutto.
Come è possibile che ci sia chi ha perso e si permette pure di parlare?
Serpeggia e si diffonde pericolosamente l’assunto deduttivo che “ The winner takes il all” e a che servirebbe lasciare spazio a chi ha perso per volontà del popolo?
Curiosamente, in una democrazia rappresentativa (ovvero tutte le democrazie oggi presenti nel mondo) è esplicito che chi ha la maggioranza è spesso un  insieme di espressioni (partiti) diversi che da soli non avrebbero vinto un bel NIENTE  e che talvolta questa maggioranza (vedi quella del parlamento ITALIANO) è frutto di trattative tra eletti di diverse coalizioni e di diversissimi programmi.
Eppure questa apparente  anomalia è il sunto della democrazia espressa dalla nostra costituzione e che paradossalmente dà fastidio ad una buona parte di quelli che oggi la condividono come “vincitori” .
Sono le contraddizioni che si scontrano con il principio cantato dagli ABBA. E in DEMOCRAZIA   chi vince non prende tutto.
Chi vince comanda e deve fare le cose, chi perde ha diritto di contestare.
SE chi vice si preoccupa di tacitare chi non ha vinto ,magari cambiando le regole sulla libera stampa in base al teorema che l’editoria ha il dovere di parlare bene del governo, allora direi che il governo stà scambiando quello che deve fare con quello che non deve.
Perchè la libera stampa serve a chi è comandato e non a chi comanda e liberamente decide la propria linea editoriale, sia essa pro governativa quanto antigovernativa.
Perché vincere non è comandare, è solo il presupposto necessario. Ma non sufficiente.

El Merendero.

parlamento

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