Diario di viaggio: Seggiole di Pieve Torina (MC)

Inizia il diario di viaggio di Lazio Sociale.
Quanti luoghi e volti incontrati in questi giorni. Quanta ricchezza vista con gli occhi della nostalgia. Già, nostalgia degli anni passati, di quell’ameno paese sulla collina dove si usava trascorrere il periodo estivo in attesa del nuovo anno scolastico. Una terra che ha visto le vite di tante persone che, con fatica e impegno, l’hanno coltivata e amata. Era lì che avrei voluto studiare e lavorare, immergendomi nella serenità che trasfonde questi luoghi. Terra di storia, dove i Da Varano ed i Borgia hanno vissuto nel potere e nelle lotte interne. Terra così amata da chi  solo per un istante l’ha conosciuta. Il terremoto non ha scalfito la forza di chi vive in questi luoghi; tanta rassegnazione e tristezza ho sentito dalle loro parole; tuttavia la speranza e la forza di rialzarsi si avverte nel loro sguardo che nessuno riuscirà a distogliere dall’orizzonte futuro, neanche la burocrazia e le tante vane promesse.

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p style=”text-align:justify;”>E’ a Seggiole di Pieve Torina, in provincia di Macerata, che inizia il diario di viaggio. Un piccolissimo paese di appena 13 abitanti, una piccola comunità che il terremoto ha separato ma che piano piano sta tentando di rivivere come tutto l’entroterra maceratese. Seggiole si trova ai piedi di un monte e appena 1 km lo separa da un altra piccola frazione, Lucciano. La strada percorsa per arrivare è la Valnerina, all’interno del Parco nazionale dei Sibillini.
I Sibillini nel medioevo erano conosciuti in tutta Europa come regno di demoni, negromanti e fate. Fra le numerose leggende le più famose sono quelle della Sibilla, “Illustre profetessa” che viveva in una grotta sita sull’omonimo monte e quella di Pilato secondo la quale il corpo esanime di Ponzio Pilato, condannato a morte da Tiberio, fu trascinato da alcuni bufali nelle acque rosseggianti del “demoniaco” lago, sito nell’alta incisione valliva che attraversa il massiccio del Vettore. Nelle acque del lago nuota un piccolo crostaceo, il chirocefalo del Marchesoni, che ha la caratteristica di nuotare a pancia in su; il lago di Pilato rappresenta per questo crostaceo, l’ultimo habitat rifugio, che assicura la sopravvivenza della specie.
Poco distante si trova la Gola dell’Infernaccio, in cui aleggiano ancora i ricordi di antichi riti negromantici (www.terredelmediterraneo.org). 
Il Parco è stato istituito nel 1993. Ha un’estensione di c.a. 70.000 ettari su un terreno prevalentemente montagnoso e interessa quattro province: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia.
Seggiole gode di tanta bellezza ed è da lì che ci si può avventurare lungo il sentiero che conduce alla montagna “dellu Rio” , attraversata da un piccolo fiume che dava in passato nutrimento ai terreni vicini. Oggi di quel fiume rimane poco se non il suo letto a ricordo degli anni passati e di quanti hanno calpestato le sue acque per giungere sino a valle.
In questo paesaggio si sentono ancora le voci di chi ha vissuto qui, ha lavorato, ha gioito. Ricordo con piacere la festa dedicata a Maria la seconda settimana di settembre; il rito civile che accompagnava quello religioso; la collaborazione nell’organizzazione della festa tra Seggiole e Luciano; la soddisfazione della buona riuscita.
Si sentiva la comunità, la condivisione. Era il momento dell’incontro e del saluto, prima dell’arrivo dei primi freddi.
Per noi bambini era divertimento, risate, ma anche tristezza per chi era costretto a tornare alla routine romana. Ma quanta allegria si respirava.
Ho parlato del passato ma con la speranza e la consapevolezza che anche i nostri figli godranno di tutto questo; tornerà chi ama questa terra e la vivrà di nuovo.
Tornerà a rivivere la comunità.
Lazio Sociale, insieme a Viandanti Sociali, continuerà il viaggio per raccontare storie e aneddoti , per descrivere la bellezza delle nostre terre, per ricordare quanto lavoro c’è dietro le piccole comunità che nonostante tutto hanno la forza di rialzarsi e di intraprendere cammini nuovi.

Buon cammino a tutti!

Alessandra Bonifazi

 

 

 

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