Scrittore Sumero: il filo di Arianna

C’è un sentiero che porta al mare, è ombreggiato, tra alberi bassi e muretti screpolati. Il fondo è misto tra terra e sabbia. Le foglie, ad altezza uomo, con il vento sembrano spingere chiunque passi per raggiungere la spiaggia. Cammino, cammino molto per raggiungere quel posto e per avere la compagnia di quel mare. L’acqua trasparente, appena resa vivace da qualche onda. Sole alto, cielo azzurro, ora sabbia dorata. Asciugamano steso, inizia il racconto. 
Non vedo barche all’orizzonte. Raccontami del Gramna, di quando solcava le rotte della tua libertà. È estate, 26 luglio. Abbiamo riposato possiamo giocare a pallone, io vado in porta, tra un’onda ed un’altra. 
Ho il sole negli occhi, calore sulla pelle, acqua marina che mi veste. 
Mi slancio per parare quel pallone che vola verso l’orizzonte e mi tuffo nel tempo di questo mare, vi arrivammo in bicicletta. 
Un tuffo che mi porta lontano. 
Sole e tanto vento, sabbia bianca, duna alta, altissima, tante persone che camminano affondando i piedi, guardando l’infinito oceano. Raccontami di quella bottiglia, bicchiere, dopo bicchiere, l’abbiamo onorata, parlando della ricerca di una armonia superiore, che interpreta la libertà infinita come il coraggio di chi ha combattuto dalla parte dei Vinti. 
Il mare, scie di natanti da seguire come scarabocchi bianchi su un foglio azzurro. 
Le seguo come fece Teseo per uscire dal labirinto immaginandole come il gomitolo di Arianna. 
Teseo andò via con la sua nave, lasciando Arianna sull’isola di Nasso. 
Continuò ad amarla? La sposò Dioniso? 
Io, invece, immagino Arianna, capace di darmi quel filo affidandomi il compito di sconfiggere il Minotauro per la libertà e nel nome della stessa dipingere il mare di nuove storie. 
Arianna, amica mia, amica di tante battaglie, dal Gramna ai Mas, con un grande amore per la libertà, una libertà mai scomposta, paziente, generosa. 
Storie di mare e di libertà quelle che i Fenici ci segnarono con il loro inchiostro sulle pagine del nostro sussidiario. 
Sbarcavano in Italia. 
Se non fossimo terra per sbarchi allora Ulisse ed Enea potevano stare a giocare a dati a Troia. 
Chiedetelo a Fosco quanto avesse amato Zante, ma quanto amasse l’Italia. 
Sei alta, bionda, normanna, e sei sbarcata nelle meraviglie del centro del Mediterraneo. 
Sei scura, capelli neri come i tuoi occhi, eccitante come la tua inquietudine dei porti del sud, eppure dalle Venezie vieni. 
Il cambiamento viene dal mare, la libertà ci riporta al mare, è il migrare delle nostre vite. 
Arianna ha trovato la soluzione per sconfiggere il Minotauro con l’idea, l’idea è libertà e la rendiamo vitale tramite la capacità di legarci insieme allo stesso filo, allo stesso progetto. Legarci insiemi liberamante, obbligarci insieme allo stesso destino, compromissum, essere comunità, che viene dal mare. 

Scrittore Sumero 
Ravello

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