SECONDO ME.

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Se guardo con attenzione verso l’angolo di un qualsiasi marciapiede di una qualsiasi città o paese abitati  da persone, mi capita di vedere qualcuno indaffarato ad esporre a questione ad uno o ad altre persone. Di cosa parlano? Di “quando una volta”, di politica, di cronaca anche spiccia, locale . Di qualcosa che in quel momento risulta attraente, interessate, che colpisce.
I social media hanno agevolato questo chiacchiericcio, questa naturale attitudine a parlare e sparlare di qualcosa, qualcuno. Di lanciare strali, condanne, assoluzioni(poche) verso chi non è presente. O che non ascolta o vive nell’etere, è virtuale.
L’impareggiabile giornalista televisiva Franca Leosini rispolvera in tv uno stranoto  caso che ha scosso ed interessato molti italiani, un caso di omicidio assurdo e controverso, nato in un  cotesto sociale apparentemente distante. E molti si affannano a dire la propria: al bar, sul marciapiede, sui social network . Tutti dicono: SECONDO ME e poi sciorinano motivi  e  teorie, spesso privi della minima conoscenza dei meccanismi e degli argomenti utili ad un  giudizio di tribunale.
Così il noto cantante  Fedez e la sua moglie o compagna che sia, per mantenere un  profilo basso chiamano  il loro nato: LEONE LUCIA .
Il risultato è che negli stessi luoghi, bar, marciapiedi e social network, si scatena la medesima irresistibile voglia di esprimere la fatidica postilla del nostro contributo al pensiero sparpagliato: SECONDO ME. E vai con le invettive, gli sberleffi, le indignazioni sempre o quasi del tutto inutili, come è giusto che sia.
Per non parlare del recente risultato elettorale con le sue improbabili soluzioni: in questo caso i SECONDO ME si sprecano
Poi invece arriva una notizia che ammutolisce tutti: una persona, un uomo, viene ritrovato cadavere in casa sua dopo 8 anni dalla sua scomparsa. Scomparsa non segnalata da alcuno, neanche dai vicini di condominio.
Solo, dimenticato, assolutamente invisibile a tutti. Il nulla ha circondato questo povero individuo per tanti anni, disteso a terra nella sua casa. Steso sul pavimento, neanche la burocrazia si era accorta che un  uomo, per gli uffici “un UTENTE”, era deceduto in casa sua, solo come se fosse l’unico uomo rimasto in vita sulla terra.
Purtroppo è una notizia che si ripete ogni anno, succede nelle città dove la comunità è disgregata, polverizzata in minuscoli frammenti impalpabili e si rischia di scomparire in mezzo al contino brulicare di gente indaffarata ad inseguire la propria vita, gente che si dissolve nel desiderare e sperare ancora.
Siamo noi, siamo quelli che diciamo SECONDO ME e che di fronte ad una morte così sperperata non abbiamo niente da dire.
Restiamo attoniti, travolti dall’indifferenza e nell’intimo ci resta un  punto di domanda: cosa sarà successo, perché si è verificato questo? E nessuno ha voglia di esprimere la sua opinione, nessuno sente il bisogno di dire : SECONDO ME.

Agostino Mastrogiacomo

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