SANREMO CONQUISTATO DALLA PERIFERIA… CANORA!

Vorrei far mie le parole pubblicate da Lorenzo Bechetti su Avvenire, al termine della “maratona” di Sanremo2018, condotta al successo da Claudio Baglioni, Pierfrancesco Favino e da Michelle Hunziker:” L’esilio fu percepito da Dante come una sventura che lo allontana dalla possibilità dell’impegno politico diretto nella vita politica del suo tempo. Ma quello scacco aprì la sua vita a un’occasione di generativita’ perfino superiore…”

Rifacedomi a queste parole, ho riflettuto ripensato ai recenti vincitori di Sanremo.
Ermal Mehta, giovane vincitore dell’ultimo Festival della Canzone di Sanremo, è di origine albanese, proviene cioè dalla parte più periferica dell’Europa, il paese europeo più povero negli anni in cui Ermal nasceva, a causa del regime comunista chiuso ed isolazionista di Enver Hoxha.

Così, anche il primo e il secondo arrivato delle Nuove Proposte del Festival, provengono da una periferia geografica e, per certi versi, esistenziale di Roma: “Ultimo” (pseudonimo di Niccolò Moriconi), nato nel 1996, cantando in modo molto appassionato “Il Ballo delle Incertezze”, ha conquistato tutti i favori della giuria.
Ultimo è un giovane cresciuto nella periferia romana di San Basilio.

A seguire, è arrivato “Mirkoeilcane”, nome d’arte di Mirko Mancini, giovane proveniente dal quartiere sempre romano della Garbatella, che si è presentato con la canzone “Stiamo tutti bene”, giunto secondo ad un soffio dalla vittoria.

Periferie generative di cultura, pungolo per il successo, a differenza del passato, in cui nascere in periferia significava condanna a priori?
O siamo anche davanti al frutto dell’opera e della predicazione di Papa Francesco sulle periferie?

Forse è  troppo legare la predicazione a due eventi così mondani, forse, non troppo. In effetti, Papa Francesco molto spesso ci ha stupito nel cogliere tante istanze della vita quotidiana, da quando è Papa di Roma.

Per tornare all’articolo di Lorenzo Becchetti, “Generativi adesso”, egli divide la generatività in due ordini: o “incidere positivamente nella vita altrui”, oppure “formare o incidere nella vita di altri che, a loro volta, potranno incidere positivamente nelle vite di altri”.

Il giornalista cita anche John S. Mill, per definire la soddisfazione di una vita ben spesa: “non siamo felici se cerchiamo la nostra felicità di per sé, ma se facciamo qualcosa di qualche utilità per gli altri (arte, scienza, filantropia) troviamo la nostra felicità  lungo la strada”.

Così, anche da questi giovani arrivati dalla periferia è arrivata una generatività inattesa, ma significativa: facendo spazio, lasciando una porta aperta, nessuno è fuggito… anzi sono entrati tre giovani con voci molto fresche che si sono fatti spazio ed hanno generato  tre belle canzoni.
Anche in periferia si canta bene…

Una bella lezione!

Germano Baldazzi

 

 

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