Scrittore Sumero: solo nei tuoi occhi

In Italia si stava benissimo, diceva convinto, un distinto signore ai vicini di un tavolo nel bistrot all’ora di pranzo.
Stavano talmente bene che cercavano di divertirsi in continuazione, così in Spagna.
In Spagna hanno inventato la secessione catalana e in pochi giorni gli animatori della fiesta sono spariti, godendosi le emozioni e la adrenalina di quelle ore a tutta velocità.
Baldoria dimenticata, una sbronza passata.
In Italia meglio ancora, la trasformazione della politica in sagre della bizzarria, della estemporaneità; annullato il bisogno di politici, sostituendoli con comici, urlatori, esibizionisti, aspiranti attori e casalinghe annoiate pronte per la Corrida di Corrado.
Si, la Corrida di Corrado, vi ricordate, quel programma che trasmettevano su quel canale italiano tanti anni fa? Identici quei concorrenti.
Però allora c’era Corrado che controllava con stile e cultura quella disgressione in una Italia seria. Rimasta la disgressione per la regressione.
Mentre parlava, facendo sorridere gli altri avventori, continuando a raccontare delle allegorie italiche ricamate dalle isterie di una società che ha riconosciuto in Striscia La Notizia il faro, entrò una donna.
Elegante, ma una sobria eleganza professionale, da ufficio, da pubblico. Cercò uno sgabello al bancone.

Si sedette ed attese. Ticchettava con le unghie smaltate sul legno del bancone e muoveva le altre dell’altra mano tra i tasti del cellulare e la pressione delle labbra lucide.
Sorrideva e si concentrava.
Cancellava tante volte ciò che aveva scritto. Ordinò una cosa da bere. Quel giorno il suo vecchio amico sarebbe passato di là.
Lo aveva incontrato in un pomeriggio di fine estate e con lui aveva passeggiato e assaporato gusti che non dimenticava.
Tramonto e notte, tra colori e allegria.
Negli occhi quel ricordo, sulle labbra il sorriso.
Arrivò un messaggio sul display, una agenzia stampa: l’onorevole dei cinque stelle risponde al senatore della lega che è tutta colpa di quelli che c’erano prima se oggi non funziona nulla.
Volgarità, vecchia volgarità.
Sorseggiava.
Nel bicchiere il riflesso di quel vecchio amico che le si avvicinava.
Ciao, come stai?
Meglio, mi piaceva tanto l’Italia, ma io non sono arrabbiata, non sono isterica, non sono spregiudicata, neanche esibizionista e mi hanno detto che qui si inizia dalla serietà e dal rispetto delle differenze.
Si, è così, hai fatto bene a raggiungermi qui, così potremo realizzare i nostri progetti qui, ora.

Hai fatto bene a venire qui nel futuro, quello era il passato che durò poco, ora sei lontana.
È bello ritrovarti.
È rapido il futuro quando il presente è così volgare.
Non hai cambiato spazio, nazione, ma tempo, ed è tutto nostro.
Questo futuro inizia da te, che già ci sei dentro perché credi in qualcosa.
Si, lo guardò, e vide il futuro nei suoi occhi, vi entrò da protagonista.
Tutti quegli altri erano già passato, consumati rapidamente.
Ci incontriamo nel futuro, in quello che esiste perché ha tradizione e passato.

Scrittore Sumero

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