Profili psicologici del criminale

La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli essere viventi. L’ osservazione più elementare ci insegna che la condotta di un soggetto dipende da fattori esterni, quali le differenze individuali e le proprietà primitive dell’ organismo, gli istinti. Un reato non è mai il risultato di un’ unica causa, i diversi fattori devono essere collegati tra di loro, studiando i rapporti. Le cause che possono provocare un comportamento criminale possono essere biologiche. Invece il temperamento è regolato dal sistema nervoso centrale e periferico e dal sistema endocrino, tramite l’ attività della ghiandola ipofisi che secerne ormoni e controlla le funzioni riproduttive, la crescita, il ricambio nell’acqua dell’organismo, della tiroide che regola la temperatura, l’ attività cardiaca e l’eccitabilità; e le ghiandole surrenali che regolano la circolazione del sangue e la pressione arteriosa.

Nei soggetti “criminali”, vi troviamo figure quali: madre troppo rigida, genitori malati, madri prostitute, o situazioni in cui vi è una separazione della coppia genitoriale, una disgregazione nucleo familiare, assenza fisica o morale del padre, figli che vedono gli altri fratelli come rivali, figli che non riescono a dialogare. Lo sviluppo psicologico di un bambino fasi, passando dalla dipendenza assoluta fino al margine dell’autonomia più ampia. Molte persone che compiono reati hanno avuto storie di maltrattamenti e abusi, in cui vi sono state delle problematiche nello stile della gestione familiare. Nell’ approccio al reato vi sono tre paradigmi: quello biologico o medico, quello psicologico e quello sociologico. Il paradigma medico si fonda sulla scoperta che la “demenza” considera incapace e quindi non punibile il soggetto che abbia una patologia riconducibile alla nosografia psichiatrica. I disturbi di personalità, situazioni nelle quali gli aspetti caratteriali, le modalità relazionali e reattive vanno al di là della normale variabilità individuale e assumono una gravità tale da causare una significativa alterazione del comportamento e dell’ adattamento dalla quale deriva la compromissione del funzionamento sociale. Il paradigma psicologico fa rientrare nel campo della non punibilità anche il comportamento che scaturisce dalla “patologia delle emozioni” cioè da disturbi che risiedono nella psiche dell’individuo. L’ individuo crescendo sviluppa il sentimento dell’ aggregazione, in cui diviene fondamentale il gruppo di pari. Il gruppo negativo è costituito dalle baby gang, cioè minori di 18 anni che compiono delitti sproporzionati per la loro età, spesso uccidendo altri fanciulli, impossessandosi di armi, gettando pietre sulla strada.
La costruzione di un profilo si basa sulla premessa che una corretta interpretazione della scena del delitto può indicare il tipo di personalità del soggetto che ha compiuto il crimine.
Al fine di indirizzare le indagini verso la giusta direzione, è importante realizzare un profilo psicologico del potenziale autore del delitto.
Per stilare un “profilo psico – comportamentale” efficace è indispensabile considerare diversi elementi specifici dell’omicidio seriale, in particolare di quello con connotazione sessuale. Gli elementi fondamentali sono: Età, sesso, razza, lo stato coniugale, lo status socio- economico, lavoro, la storia occupazionale e adattamento, le abitudini di lavoro, residenza in relazione alla scena del crimine, risultati scolastici, adattamento alla scuola, stile di vita e adattamento sociale, ambiente educativo di provenienza, aspetto e cura della persona, precedenti contatti con la giustizia, caratteristiche di personalità, caratteristiche patologiche di personalità, evidenza di scompenso psichico, adattamento sessuale, presenza di elementi di perversione sessuale, caratteristiche del mezzo veicolare utilizzato, movente.

Dr.ssa Alessia Micoli, criminologa-psicologo giuridico

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