Le faide e il familismo elettorale

A pochi giorni dalla presentazione delle liste elettorali per rinnovare il Consiglio regionale del Lazio emergono nel panorama delle candidature due aspetti tribali: la faida e il familismo.
Dalle elezioni comunali a Roma del 1993, quando si decisero le candidature al Consiglio comunale del MSI, e’ in vigore una guerra storica tra le rappresentanze facenti riferimento ad esponenti della destra capitolina quali Rampelli, Augello, Alemanno e Storace.
Oggi la divisione del centrodestra per le elezioni regionali e’ anche dovuta a quella storia, ormai non proprio piu’ politica.
Meglio un Parisi di ritorno da una sconfitta a Milano per Rampelli, che un Pirozzi storaciano.
Tanti gli aspetti che hanno diviso il centrodestra e che consegnano a Zingaretti la probabile riconferma.
Una faida che ha contribuito a dividere il centrodestra sia a Roma che a Latina alle ultime elezioni comunali, determinando la vittoria di due sindaci oggi non proprio amati dal popolo.
Un centrodestra che si ritira per la sua vecchia storia divisiva e che si rintana nel familismo per evitare contaminazioni.
Meloni e Rampelli candidano i rispettivi cognati, ora Lollobrigida e prima Scurria, ma anche la ex moglie di Alemanno Isabella Rauti.
La opportunità della candidatura familiare ha caratterizzato anche il M5S, che ha inserito in lista e fatto eleggere alle scorse elezioni madre e figlio, Ivana Simeoni e Cristian Iannuzzi, ma anche il PD con le consorti di Franceschini e Montino Michela De Biase e Cirinna’.
La faida della destra laziale e’argomento piu’ avvincente, forse piu’ deprimente.
Potevano vincere tutti insieme, invece gestiscono il “caso Pirozzi ” malissimo.
Lui non fa nulla per cucire e mediare come dovrebbe fare un vero politico, cercando di essere inclusivo, mentre i dirigenti navigati di Forza Italia e Fratelli di Italia fanno di tutto per perdere, lanciando 11 candidature senza effetto e convinzione: Gasparri, Sangiuliano Giansanti, Angelilli, Matone, Fazzone, Todini, Gallitelli, Rampelli, Ottaviani e Parisi.
Pirozzi fa l’allenatore nella vita e la squadra e’ completa.
Peccato per loro che non giochino dalla stessa parte.

Carla Felicia

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