Rivalutazioni delle pensioni a partire dal 1 gennaio 2018
La Segreteria F.a.p. – Acli di Latina porta a conoscenza dei propri iscritti, che dal 1 gennaio 2018 le pensioni torneranno a crescere, dopo due anni del blocco del meccanismo di rivalutazione, così come previsto dall’art.24 – c. 4 e 5 della L. 41/86.
Infatti l’ Istat, ha certificato che l’ incremento del tasso d’inflazione nel 2017 è pari all’1.2%; questo determina il recupero della perdita del potere d’acquisto registrato nel 2017. Da chiarire che – comunque – ancora nel 2018 resta in vigore il meccanismo di rivalutazione introdotto dalla legge 147 del 2013 che a partire dal gennaio 2014 ha ridotto sino al 31/12/2018 (proroga L.208/2015) l’indicizzazione al costo della vita alle pensioni di importo oltre tre volte il trattamento minimo pensionistico. Quindi solo per le pensioni fino a tre volte il minimo si avrà la rivalutazione piena al 100%, mentre per le pensioni da tre a quattro volte la rivalutazione sarà del 95% ossia più 1,14%, per le pensioni da 4 a 5 volte si scende al 75%, quindi più 0,90%, per le pensioni dalle 5 alle 6 volte il minimo la rivalutazione passa al 50% ossia più 0,60% ed infine sopra sei volte il trattamento minimo la rivalutazione sarà solo del 45% cioè lo 0,54% anziché l’1,2%.
Da dire che anche l’importo del trattamento minimo beneficerà dell’incremento del tasso di rivalutazione, passando dagli attuali 501.89 €, a 507.92 €. al mese; anche la rendita assistenziale (ex assegno sociale) corrisposta agli ultra 65.enni – introdotta dalla L.335/95 – da 448,07 €. passa a 453,45 €. al mese, mentre la “pensione sociale” ancora in essere al 31/12/95 per i titolari della stessa, l’assegno sale a 373,69 €. al mese. In realtà, per effetto della maggiore rivalutazione goduta nel 2015 (“solo” dello 0.2% anziché dello 0.3% preventivato dall’Istat nel 2014) l’Inps ha previsto il recupero della differenza dello 0.1% (tra i 15 ed i 20 €. calcolo medio) da restituire in quattro rate consecutive nel 2018.
Operazione, quest’ultima, che di certo non fa onore ai nostri politici, che hanno perso così un’occasione per salvaguardare- anche – per i pensionati la loro situazione economica fortemente penalizzata, così come è stato fatto per i lavoratori attivi con la maggiorazione dell’indennità degli 80 euro mensili. Bastava rinviare il recupero della maggior percentuale dello 0,1% ai futuri adeguamenti reddituali, che ovviamente dovranno prevedersi per la categoria dei pensionati.
Infine si fa presente che a partire dal 2019 si tornerà al vecchio meccanismo di rivalutazione – 100% da 1 a 3 volte, 90% da 3 a 4, 75% oltre le 5^ come previsto dalla L. 388 del 2000.
Il Segretario FAP – Acli Il Vice Segretario
Donato Romagnuolo Franco Assaiante