Discariche abusive mai bonificate, parte la petizione
Non si vedono, non occupano le prime pagine dei giornali, ma le discariche abusive nel Lazio sono numerose e pericolosissime per ambiente e salute. Nel Lazio la Regione ne censisce (alcune volte dal 1980) ben 36. In alcuni casi sono la conseguenza di privati senza scrupoli in altri dell’incuria delle amministrazioni locali che, dopo aver costruito discariche pubbliche le hanno chiuse senza aver mai messo mano alla bonifica (è il caso, ad esempio, della discarica di Sant’Apollonia ad Aprilia).
A raccontare quanto accade nel territorio della provincia Apriliana (che conta sette siti inquinati sui 36 censiti) è Marco Zarotti, video maker pontino, già in passato interessato ai temi ambientali. Lo stesso, con un gruppo di giornalisti locali, ha realizzato un video (https://vimeo.com/244313014) a cui è stata allegata una petizione (https://www.change.org/p/nicola-zingaretti-discariche-abusive-ora-basta-firma-la-petizione-per-la-bonifica) che in poco meno di 48 ore ha superato le 500 firme.
“Case abusive sanate si trovano a poche decine di metri da mega discariche abusive che negli anni hanno devastato terreni e falde acquifere. Quelle stesse acque da cui i residenti prelevano acqua per i loro pozzi, quegli stessi terreni che vengono utilizzati per pascoli e coltivazioni. Le discariche abusive spesso non si vedono ma producono effetti drammatici. Ad Aprilia per esempio, dove sono concentrati in pochi chilometri sette siti inquinati, il registro tumori presenta un quadro di mortalità in eccesso rispetto a quello della regione” è il commento di Zarotti il cui documentario pare essere solo il primo passo di un progetto più ampio. “Ci siamo focalizzati su Aprilia che rappresenta forse il caso emblematico del Lazio ma problemi gravi si registrano anche a Roma e Frosinone dove con l’aiuto dei comitati cittadini realizzeremo presto altri brevi video da allegare alla petizione che riguarda tutti, non solo chi abita nelle vicinanze di questi sottaciuti e pericolosissimi eco-mostri”.