MUNICIPIO II: LAZIO SOCIALE INTERVISTA LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE POLITICHE SOCIALI, AVV.CATERINA BOCA
Periodicamente Lazio Sociale offre ai suoi lettori notizie e testimonianze di buone prassi esistenti sul territorio dando voce a rappresentanti del Terzo Settore, della Cultura e delle Istituzioni, che ogni giorno lavorano e cooperano per il bene comune.
Oggi è la volta di CATERINA BOCA, Presidente della Commissione Politiche Sociali, Rapporti con le ASL, Politiche Abitative, Sicurezza del II MUNICIPIO di ROMA CAPITALE, intervistata da Alessandra Bonifazi di Lazio Sociale.
La Presidente Caterina Boca è avvocato e docente, esperta in politiche sociali, immigrazione e protezione internazionale.
– Avv. Boca ci può parlare brevemente della sua esperienza di Presidente di Commissione del II municipio?
Le Politiche Sociali costituiscono da sempre un settore complesso ma determinante per l’amministrazione di un territorio, ed in questo primo anno di consiliatura ho potuto sperimentare gli innumerevoli ambiti attraverso i quali si sviluppano. Temi come l’accoglienza dei migranti, l’assistenza degli alunni con disabilità, la presenza di senza fissa dimora per le strade, l’assistenza alle famiglie, alle persone sole, ai disabili ed agli anziani, sono primari ed intorno a questi abbiamo concentrato il lavoro della Commissione che presiedo, cercando di affrontarli con senso di responsabilità e con attenzione, facendo spesso i conti con i limiti prodotti dalla scarsa autonomia con cui si trovano a lavorare i Municipi a Roma oggi.
– Quali sono le difficoltà e le risorse presenti nel II Municipio?
Il Municipio II consta di una popolazione di circa 175 mila residenti e seppure sia riconosciuto come uno dei municipi più ricchi della Capitale, presenta invece un tessuto sociale eterogeneo e complesso, con esigenze diverse. Malgrado questa consapevolezza non è sempre facile agire sulle criticità che viviamo noi stessi, soprattutto per via dell’assenza di un vero e proprio Decentramento amministrativo. Di fatto oggi i singoli Municipi non possono agire in piena autonomia nella gestione delle risorse e nella determinazione delle priorità dei loro territori.
Bisogna lavorare sui servizi, migliorandone l’efficienza, ma è altrettanto necessario ricostruire un rapporto di fiducia con la comunità che vive quotidianamente le difficoltà di una città che fatica ad andare avanti. Accanto a questo però ci sono segni da non sottovalutare. Il Municipio II vanta una presenza importante di organizzazioni di volontariato ed enti di tutela. Segno di una coscienza civica e sociale diffusa e radicata, storica direi. E’ da questo che bisogna partire: mettere in Rete le risorse, dialogare e confrontarsi in maniera costruttiva. In questa direzione vanno le nostre ultime deliberazioni: nel mese di luglio abbiamo approvato la Consulta del Verde e la Consulta del Volontariato per riconoscere ai cittadini uno spazio di dialogo con il Municipio.
– Quali sono stati i primi interventi nel campo sociale?
La nostra consiliatura è iniziata in salita dovendo affrontare tematiche delicate come la presenza in via Cupa di centinaia di cittadini stranieri privi di accoglienza. Abbiamo approvato diversi documenti sul tema ed abbiamo anche sostenuto il dialogo con le organizzazioni che si occupano di migranti nel nostro territorio. Per questo a giugno abbiamo promosso la manifestazione “i migranti #secondo noi” durante la quale, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si tiene il 20 giugno, abbiamo favorito iniziative di sensibilizzazione sul tema, proprio per ridurre le distanze e le diffidenze che si sono ingiustamente venute a creare intorno al tema delle migrazioni.
Un altro tema difficile che abbiamo affrontato è quello dell’Assistenza agli alunni con disabilità, fortemente ridotto a causa dei tagli al sociale nel Bilancio comunale. Un servizio che negli anni è divenuto sempre più precario e discontinuo malgrado costituisca una prestazione essenziale legata al diritto allo studio, e che quest’anno il Municipio ha finalmente portato alla stabilità con un bando triennale.
Inoltre, attraverso l’ausilio della direzione SECS abbiamo deciso di monitorare l’andamento dei servizi e ancora abbiamo favorito la partecipazione alle sedute della Commissione di molte associazioni che hanno portato proposte, contributi, sollevato criticità, cercando di favorire la composizione delle problematiche rappresentate. Utili anche gli approfondimenti sui temi di carattere sanitario visto il nuovo Piano Aziendale della ASL RM1 che ha prodotto modifiche significative sia in termini di strutture che di servizi al sistema fino ad oggi attivo.
– In occasione della redazione del nuovo piano sociale cittadino di Roma Capitale, la Commissione da lei presieduta, ha promosso iniziative oltre che con i cittadini, anche con gli uffici del territorio, cosa è emerso?
Lo scorso autunno l’Assessorato alla Persona del Comune di Roma Capitale ha avviato la programmazione del Piano Sociale cittadino 2016 -2018. Con la campagna “Roma Ascolta Roma”, attribuendo a ciascun Municipio il compito di coordinarli ed individuando per ognuno di essi un tema, ha indetto 15 tavoli di discussione e confronto ai quali i cittadini e le organizzazioni interessare potevano partecipare secondo le proprie competente o i propri interessi. Il Municipio II è stato chiamato ad affrontare il tema de “I rapporti con gli organi giudiziari” e la Commissione Politiche Sociali del Municipio II ha voluto fare un passo in più in questo percorso di approfondimento, decidendo di affrontare preliminarmente il tema, avviando con i servizi sociali della propria direzione SECS e con l’Assessora Cecilia D’Elia un tavolo di lavoro e di confronto al fine di elaborare un documento, un testo di analisi e proposte, a cui il Consiglio del Municipio II ha dato un riconoscimento politico approvandolo in una seduta ufficiale. Il testo è stato quindi oggetto di discussione durante l’incontro con l’Assessora Baldassarre e sarà inserito nel Piano Sociale Municipale.
– Quale contributo ha dato il II Municipio al piano sociale cittadino?
Le politiche sociali sono le principali attività di competenza dei Municipi di Roma Capitale e ne è prova il fatto che la maggior parte dei fondi che i singoli Municipi ricevono sono destinati a finanziare i servizi sociali del loro territorio, secondo le esigenze stabilite dagli organi amministrativi e politici preposti. Secondo noi questo è un elemento imprescindibile che deve essere necessariamente mantenuto e rafforzato, perché le politiche sociali nascono dai territori, da chi li vive e da chi li amministra. Chi governa i Municipi ha una visione del territorio esclusiva e privilegiata perché le dinamiche sociali che si sviluppano nascono nei territori. Il Municipio è di fatto l’ente di prossimità più vicino ai cittadini e per questo inevitabilmente in una città come Roma può favorire maggiormente e più efficacemente l’assistenza alle categorie vulnerabili, ma può anche individuare i nuovi bisogni sociali che si sviluppano.
Riteniamo che il ruolo del Dipartimento Politiche Sociali debba essere di coordinamento, per dare garanzia di omogeneità tra i territori, ma il Piano Sociale Cittadino deve consentire a ciascun Municipio di operare in autonomia rispetto invece alle politiche ed alle attività che ne conseguono.
Al rafforzamento delle competenze in materia di politiche sociali deve poi associarsi la garanzia dei fondi in bilancio, senza i quali il rischio è che non possano essere garantiti i livelli essenziali delle prestazioni.
– Il 12 settembre p.v. si sono svolti gli incontri dei tre tavoli di coprogettazione 2017-2019, per costruire il nuovo Piano Sociale Municipale, attraverso la partecipazione e la consultazione dei cittadini e delle realtà territoriali. Ci può spiegare come nasce il percorso di partecipazione e quali sono gli obiettivi da raggiungere?
La prima giornata di lavoro si era svolta l’11 luglio ed a questa ha fatto seguito quella del 12 settembre scorso. Durante entrambi gli incontri si sono affrontati temi diversi come le povertà, l’inclusione sociale, le politiche educative e scolastiche, le violenze, la disabilità, il disagio psichico, le dipendenze patologiche, la casa, le gravi marginalità, i minori, le famiglie e gli anziani. Sono intervenuti cittadini, organizzazioni di volontariato, cooperative che lavorano nel nostro territorio. Operatori sociali e sanitari hanno essi stessi raccontato le difficoltà che incontrano quotidianamente nel loro lavoro sostenendo la necessità di mettere in campo nuove modalità di intervento. Il Piano Sociale può diventare cosi lo strumento per costruire le nuove basi del sistema socio sanitario dei Municipi e quindi della città di Roma. E’ emersa nel corso delle due giornate di confronto un’esigenza di riorganizzarsi per rispondere alle nuove problematiche, al nuovo disagio, per fare prevenzione, per creare Reti di coordinamento e collaborazione. E’ evidente quanto oramai le problematiche siano sempre più socio – sanitarie e per questo anche gli interventi devono essere integrati per consentire una presa in carico più incisiva e migliorare i rapporti tra i vari soggetti.
– Che risposta ha da parte dei cittadini? Partecipano agli eventi del II Municipio?
Sia ai tavoli di coprogettazione che ad altre iniziative che abbiamo organizzato registriamo una partecipazione numerosa dei cittadini che vogliono conoscere, capire meglio le dinamiche del territorio ed anche promuovere idee, soluzioni, cosi come sollevare criticità e problemi del territorio.
– Prossime iniziative e progetti futuri?
Da diversi mesi, come Municipio, abbiamo avviato una discussione interna e nel territorio sulla realizzazione nei pressi della Stazione Tiburtina di un Infopoint a cui possano rivolgersi le persone in condizioni di disagio ed i migranti. La zona è fortemente degradata anche per via della tangenziale nonché a causa di uno stato di incuria che si trascina da anni. Crediamo sia importante dare dei segni. Vi son strutture presenti che possono essere ristrutturate e convertite nel loro uso ed abbiamo proposto all’Assessorato alla Persona del Comune di Roma di sostenerci in questo percorso. Lo stesso stiamo facendo per favorire una gestione regolamentata della distribuzione dei pasti ai senza fissa dimora da parte delle organizzazioni di volontariato.