Democrazia e rivoluzione

Se vi capitasse di rivolgere a qualcuno, chiunque, la domanda: per te cos’è la DEMOCRAZIA? Vi capiterà di ricevere indietro risposte a volte confuse, a volte fuori tema e raramente attinenti al vero significato della parola DEMOCRAZIA.  Il più delle volte la democrazia è ritenuto un sistema che dovrebbe garantire eguaglianza a tutti i livelli. Democrazia equivalente a Giustizia, termini che per i più esprimono concetti del tutto sovrapponibili tra loro. Altre volte per democrazia si intende il riscatto di qualcosa, di una classe sociale, di una sperequazione spesso prolungata o il diritto di avere per sè quello che il mondo con i suoi limiti non ha permesso.  Comunque la si metta per DEMOCRAZIA, in maniera generica, si intende un sistema ampiamente incompiuto, colmo di iniquità dove quello di cui beneficiamo è un diritto e quello che ci manca un sopruso perpetrato ai nostri danni da qualcuno, da un complotto, da un ordine costituito, da un’oligarchia che calpesta diritti e doveri  in nome di propri privilegi che non dovrebbero esistere.

Insomma la democrazia è identificata come un qualcosa che va creato, lungi dall’essere realizzata e ben lontana dai bisogni del popolo, secondo la sua interpretazione più estesa. Io ho sessant’anni e ascolto, non senza dire la mia, accesi dibattiti sul valore o disvalore della democrazia. Ci ho passato nottate, giornate, ho letto, argomentato, litigato, sono venuto alle mani per questo. C’è chi ha fatto molto di più: chi ha dato la vita in nome di questo argomento.

Se dovessi rappresentare la DEMOCRAZIA la vedo come una figura femminile  vestita in modo arcaico dove il  drappo che la ricopre è tirato e lacerato da più parti e da più mani urlanti e strepitanti. Il suo volto risulterebbe stanco, deluso, quasi affranto e avvilito. Perché la DEMOCRAZIA  con tutto questo non ha nulla a che vedere. Al massimo  i suoi effetti possono  dirsi una giusta aspirazione di un sistema che è semplicemente un sistema elettorale che offre determinate garanzie di rappresentanza e basta. È da quando ho 15 anni che sento parlare di attacco alla democrazia e solo in qualche caso(vedi i sbilenchi tentativi di colpo di Sstato tentati negli anni 60 del secolo scorso o durante i famigerati anni di piombo perseguiti dalle brigate rosse) si trattava di allarmi giustificati. Per il resto si chiama in causa la democrazia a sproposito, espressione usata come vessillo di battaglie di conquista che avendo questo caposaldo si ammantano di verità in modo istantaneo. Ultimi in ordine di tempo sono i seguaci del Movimento 5 Stelle che da qualche anno non perdono occasione per chiamare in causa la democrazia come istituzione in pericolo , ovviamente a danno dei “cittadini” che non si è ben capito chi siano: se tutti gli abitanti della nazione o solamente gli elettori del 5 stelle.

La DEMOCRAZIA è solamente un sistema elettorale che ha lo scopo di dare rappresentanza , in parlamento come in ogni assemblea composta da un numero di persone che hanno la facoltà di esprimere il proprio voto, a tutte le espressioni politiche o sociali  che intendono far valere la loro CANDIDATURA. Il sistema  democratico non ha il dovere di esprimere per forza il governo ma ha come primo obiettivo quello di dar voce a tutti quelli che hanno qualcosa da dire e da dare nell’assemblea in cui  saranno o potrebbero essere eletti. Punto e basta. Se l’obiettivo fosse quello di  avere  un governo una dittatura sarebbe più che sufficiente. O se non vi fosse la democrazia basterebbe( cosa mai semplice) che si avesse la maggioranza dei votanti e tutti gli altri zitti a casa. La democrazia tutela invece proprio chi non ha i numeri per vincere. Tutela la minoranza, o le minoranze, più che la maggioranza o le maggioranze. Quindi se si parla di ATTENTATO ALLA DEMOCRAZIA perché non è previsto ne prevedibile che chi ha il 27-30 % dei VOTANTI  vada di corsa al governo della nazione, si dice qualcosa che con l’esercizio della DEMOCRAZIA non ha nulla a che vedere. Per andare al governo di una nazione senza avere la maggioranza degli elettori bisogna fare un’altra cosa. Bisogna fare la RIVOLUZIONE. Solo in questo modo si può governare senza il consenso della maggioranza degli elettori. Quindi cari amici che guidate il Mov 5 Stelle, invece di aggredire giornalisti, persone dissenzienti su social network, minacciare ritorsioni a destra  e manca, vi resta solo una cosa da fare: la rivoluzione moderna. Quella senza armi e senza barricate. Quella del pensiero e delle idee realizzabili, se mai foste interessati alla cosa.

Agostino Mastrogiacomo

 

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