Pensioni: novità importanti dalla legge di stabilità. Aumentata la no tax area e modificati i criteri della 14esima

Si è tenuto il 3 maggio scorso  Comitato Direttivo Provinciale della FAP – Acli di Latina, per discutere in merito alla situazione  delle persone anziane e delle loro famiglie, con particolare riferimento alle ripercussioni sulle loro condizioni reddituali e di vita   derivante dall’applicazione della legge di stabilità, a partire dal gennaio del 2017.

La relazione – a nome della Segreteria della Fap – è stata tenuta dal Vice Segretario Franco Assaiante, che oltre ad illustrare le novità relative al mondo dei pensionati, ha comunicato le molteplici iniziative a tutela delle persone anziane e dei pensionati, effettuate o ancora in corso da parte delle Acli Provinciali di Latina, in sinergia con la categoria. Iniziative improntate alla informazione e formazione sociale e culturale, anche per le persone anziane, con seminari e convegni svolti congiuntamente con la Curia Vescovile ed il terzo settore, così come meglio  evidenziate e   precisate dallo stesso Direttore Acli – Nicola Tavoletta – nel suo intervento di saluto, anche a nome del Presidente Scarsella, nel corso dell’assemblea.

In particolare la relazione ha evidenziato le novità – dopo anni d’immobilismo – (a) – della riforma fiscale riguardo alla maggiorazione della “no tax area”, (b)- la maggiorazione della quota integrativa sulle basse pensioni (la cosiddetta 14.ma), (c) – gli anticipi del periodo di pensionamento con modalità A.P.E. o R.I.T.A, (d) – del pensionamento dei lavoratori precoci e dei lavoratori che operano nei settori o in attività ritenute “rischiose ed impegnative”.

Riguardo alla maggiorazione della quota di pensione non soggetta a tassazione, che passa da €.7750 a €.8150 per i pensionati sopra i 75 anni e da €.7500 a €.7750 per quelli sotto i 75 anni – la segreteria – pur apprezzando la novità dell’intervento, la ritiene assolutamente insufficiente a riequilibrare, seppur parzialmente, il potere d’acquisto dei redditi da pensione. In effetti, si fa notare, come  il provvedimento agisca in modo molto limitato sulla pesante situazione delle persone anziane, che in tutti questi anni di crisi, si sono fatti carico dei maggiori costi economici per la cura personale e della propria salute, oltre ai  bisogni ed all’assistenza giornaliera nei confronti dei propri  famigliari,  nonostante la pesante perdita di oltre il 30% del loro reddito di pensione nell’ultimo decennio,  incidendo – in questo modo,  sui costi sociali – con evidenti  risparmi – a favore delle amministrazioni territoriali e degli Enti Pubblici.

In riferimento alla maggiorazione della quota integrativa o cosiddetta 14.ma mensilità, che al momento viene erogata a circa 2 milioni di pensionati che non superano la soglia di una volta e mezzo il trattamento minimo Inps, il beneficio – da quest’anno – verrà esteso a  tutti i pensionati ultrassessantaquattenni (un altro milione circa di persone)  il cui reddito annuo lordo  complessivo non superi la soglia di due volte il trattamento minimo (circa 13.000 euro).

 Si precisa che il  pagamento verrà effettuato d’ufficio da parte  dell’Inps, con la rata di luglio o con quella di dicembre per coloro che maturano il requisito alla pensione nel secondo semestre dell’anno 2017.

Inoltre, va chiarito che la somma aggiuntiva spetterà – per tutti – in misura diversa a seconda del reddito e degli anni contributivi versati;  pertanto  coloro che hanno un reddito annuo lordo inferiore o pari  a 9.786.86 con 15 anni di contributi riceveranno €. 437; se i contributi versati sono compresi tra i 15 ed i 25 anni riceveranno €.546,  che salgono ad €.655 se i contributi versati superano i 25 anni.

Per coloro, invece, che superano il tetto di 9.786.86 ma non i 13.049.14 percepiranno rispettivamente €.336, €.420, ed €.504; mentre per i pensionati autonomi le soglie contributive dovranno essere incrementate di 3 anni; quindi le soglie da 15 passano a 18 anni  e da 25 a 28 anni.

In ogni caso è opportuno verificare la propria situazione presso le sedi Acli della provincia, perchè –  anche per chi supera di poco la soglia dei 13.049,14 – la somma aggiuntiva sarà riconosciuta in forma ridotta, calcolando la differenza di tale somma  ed il reddito effettivo (esempio per un reddito di €. 13.100 si percepirà circa €.450 anziché 504). 

Come anticipato, la legge di stabilità ha introdotto la possibilità per molti lavoratori di chiedere il pensionamento anticipato tramite gli strumenti previsti  nelle norme dei decreti che hanno istituito – a partire da maggio 2017 – l’ APE e la RITA.

Si prevede quindi che, persone  ancora attive  possano accedere volontariamente al Pensionamento Anticipato, qualora in possesso dei requisiti richiesti, in base all’età minima (63), agli anni di versamento dei contributi (30-36 o 20 a seconda se rientranti nella platea Ape Agevolati, Ape Volontari o R.i.t.a). o se addetti a lavori rischiosi ed impegnativi, oppure se lavoratori  – cosi detti – precoci; condizione che dovrebbe consentire a questi ultimi di andare in pensione con una anzianità – per gli uomini – intorno ai 41 anni di contributi.

Le norme e le modalità per usufruire dell’anticipo alla pensione sono abbastanza complesse; per questo consigliamo di verificare preventivamente l’opportunità e la convenienza se anticipare o meno il  pensionamento, considerato gli effettivi  costi e le penalizzazzioni che saranno applicate, in relazione al periodo ed alle differenti possibilità di accesso, che riguardano:

    la prima ipotesi è definita “Ape volontaria, e interesserà i lavoratori con almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi, e si realizza tramite lo strumento del prestito finanziato da istituti bancari e assicurativi convenzionati con l’Inps, da restituire nei successivi 20 anni dall’accoglimento della pratica.  Poiché per l’accesso, oltre ai requisiti indicati, si dovrà calcolare  il trattamento  minimo previsto, non inferiore – quindi – a 1,4 volte il trattamento minimo (circa €.702.65  al mese) al netto della rata di ammortamento corrispondente all’anticipo richiesto (che può variare dal 75 fino al 90% a seconda del periodo di anticipazione), occorrerà farsi certificare preventivamente dall’Inps se effettivamente in  possesso dei requisiti previsti per inoltrare e formalizzare  la relativa domanda.

   Occorre aggiungere che,  anche le aziende che hanno la  necessità di ridurre il personale,  possono      avvalersi dei prepensionamenti, facendosi  carico di sostenere direttamente il costo del  prestito, tramite versamenti all’Inps, il cui importo sarà correlato alla retribuzione percepita dal lavoratore prima della cessazione del rapporto di lavoro;

   La seconda è indicata come “APE SOCIALE” – il cui termine per la presentazione della domanda è slittato al 31 luglio –  e consiste in un sussidio – per un importo massimo di €.1500 – erogato dallo Stato e riservato in maniera selettiva a queste 4 categorie:

  1. – Lavoratori (*) in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro, per effetto del licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (procedura art.7 L.604/66) la cui prestazione per la disoccupazione sia integralmente conclusa da almeno 3 mesi
  2. – persone (*) riconosciute invalide con ridotta capacità lavorativa pari o superiore al 74%;
  3.  – caregivers (*), persone che assistono – da almeno 6 mesi – il coniuge o parente convivente di 1° grado con handicap di gravità ai sensi dell’art.3, co. 3 L.104/1992,     (*1/2/3)- requisiti da possedere entro il 31/12/2018 – 63 anni di età e 30 di contributi;
  4. persone – con 63 anni di età e 36 anni di contributi – che hanno svolto in modo continuativo,        da almeno 6 anni, le proprie mansioni in lavori riconosciuti rischiosi ed impegnativi  nelle 11 categorie indicate e definite nella tabella allegata alla   legge di bilancio.

    Infine da segnalare la novità dell’introduzione della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA) che opera in parallelo con l’APE – sempre  a partire dal 1 maggio 2017- al fine di  garantire ai richiedenti un “reddito ponte” fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia.

    La “Rita” è prevista per i soli lavoratori – dipendenti e autonomi – iscritti alle varie forme di  previdenza integrativa complementare, ed è  riservata a coloro che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia entro i successivi 3 anni e 7 mesi, e risultano in possesso dei requisiti  di età (almeno 63 anni compiuti) e di contributi versati (20 anni).

    Diversamente dall’Ape volontaria, anziché utilizzare la formula del prestito, per usufruire di una   forma di rendita provvisoria,  la Rita, consente  di anticipare  il contributo – o parte di esso – versato ed accumulato al fondo  di pensione integrativa. La richiesta va presentata solo da coloro che cessano il rapporto di lavoro e mantengono il beneficio solo se non svolgono nessuna attività lavorativa, durante tutto il periodo in cui usufruiscono dell’anticipazione.

    Questa forma di previdenza, mantiene i vantaggi fiscali previsti per tali prestazioni; pertanto  beneficia di agevolazioni in fase di tassazione, con ritenuta d’imposta ridotta, che comporta – altresì – un risparmio sulle addizionali irpef, regionali e comunali.

    A conclusione dei lavori, il Segretario Generale – Donato Romagnuolo – raccogliendo le    sollecitazioni e richieste sollevate dai partecipanti, preoccupati dalle difficili situazioni  in cui versano  la maggior parte delle persone anziane, considerate le deboli ed insufficienti risposte – economiche ed assistenziali ricevute dagli organi ed enti preposti –  ha rassicurato che la segreteria, facendo proprie le richieste  del direttivo, si attiverà immediatamente  nei confronti delle amministrazioni locali e degli enti responsabili per portare avanti e sostenere tali proposte,  a tutela e difesa degli interessi di tutta la categoria.

    Categoria – ha aggiunto Il Segretario generale – che va sempre più rafforzandosi, infatti, ultimamente abbiamo ricevuto molte nuove iscrizioni, provenienti – maggiormente – dai diversi circoli Acli che operano in provincia; per questo si è ravvisata la necessità d’ inserire nella Segreteria Fap, un responsabile del circolo “ la Torre” Mario Cannizzaro, con delega alle “politiche per la continuità lavorativa”, considerato le aspettative ed il bisogno di molti di noi di mantenere un ruolo attivo e propositivo nella società.

    Ruolo ed impegno che intendiamo proporre negli incontri con le Amministrazioni e gli Enti Previdenziali ed assistenziali.

    La nomina in Segreteria di Mario Cannizzaro – su proposta del Segretario – è stata ratificata con voto unanime dai componenti il Comitato Direttivo della  F.A.P – Acli di Latina.

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