Sabrina Fieni (Meic Latina): “fare cultura da cristiani”
Sabato 1 aprile scorso, presso la Curia Vescovile di Latina, si è tenuta l’Assemblea elettiva del Gruppo Meic di Latina per il rinnovo delle cariche, importante momento di incontro aperto a tutti i Soci e simpatizzanti, all’interno del quale, la Presidente uscente, Sabrina Fieni, è intervenuta con una relazione di verifica del triennio appena concluso, cercando soprattutto di individuare delle possibili linee-guida per il futuro del Movimento.
Partendo dalle “note specifiche” del Meic: la natura ecclesiale e l’impegno culturale, si è ribadito che «esso è espressione della comunità ecclesiale e coopera alla sua missione: annuncio e pratica del Vangelo» perché il Meic «è chiamato a formare sul piano spirituale e culturale credenti che operino da cristiani e come cittadini, in particolare nel mondo della cultura». A tal proposito, particolare interesse hanno suscitato le parole che Giovanni Paolo II pronunciò al Congresso Nazionale del Meic (16 gennaio 1982) citate dalla Presidente uscente durante la sua riflessione: «Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta». L’impegno del Meic è, in sostanza, quello di «formare cristiani maturi nei quali le competenze e i saperi siano assimilati, interiorizzati, integrati in maniera “sapienziale”, la fede si articoli come autoconsapevolezza matura, la professione si concepisca come vocazione e servizio» [MEIC. Un itinerario, una proposta, a cura della Presidenza Nazionale, stampa 1985, p. 6]. Fede e cultura: insieme distinte; insieme in reciprocità. Questo impegno culturale si attua, quindi, attraverso un complesso discernimento delle necessità che si presentano; si muove attraverso una molteplicità di conoscenze e competenze professionali; è aperto al dialogo e, dunque, alla mediazione culturale «con quanti, pur muovendo da diverse posizioni religiose e culturali, intendono contribuire alla promozione della persona umana» [Art. 1, co. 4 dello Statuto Nazionale del Meic]; è finalizzato a studiare e a intervenire sulla realtà, cercando di trovare forme nuove di partecipazione che aiutino, nello stesso tempo, a sensibilizzare altri all’esperienza Meic: giovani e adulti, «due realtà […] che vanno assieme e sono collegate» come ha affermato Papa Francesco durante l’apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, giovedì 16 giugno 2016. L’attenzione alle nuove generazioni è un aspetto essenziale da cui il Meic non può prescindere.
All’interno della relazione non potevano non essere richiamate le importanti indicazioni e sollecitazioni che il Vescovo della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Mons. Mariano Crociata, indirizzò in seno all’Assemblea elettiva del 21 giugno 2014 del Gruppo Meic di Latina. Facendo riferimento ad un impegno culturale nella «prospettiva di speranza che, in Cristo uomo nuovo, la persona umana ha la possibilità reale di riconoscere e di ritrovare se stesso», Mons. Crociata, individua «tre livelli di attenzione e di iniziativa»: 1) Livello della riflessione teologica: «ci vogliono strumenti adeguati per orientarsi e fondamenti solidi» per evitare il rischio di «omologazioni da mentalità di massa difficilmente dominabili senza disciplina interiore e senza attrezzatura critica proporzionata». Una «buona teologia si nutre di esperienza e di condivisione di fede dentro la comunità cristiana, con la responsabilità di offrire un contributo alla crescita della coscienza credente per se stessi e tra i fedeli»; 2) Livello della «interpretazione onesta e critica della situazione culturale dentro e fuori della comunità ecclesiale», in grado di «mettere a confronto fede e storia, relazioni ecclesiali e processi sociali, stile evangelico e mentalità e prassi dominanti, esigenze morali e dinamiche istituzionali e politiche»; 3) Livello della proposta che consiste «nello sforzo di far giungere in maniera onesta, credibile e convincente l’annuncio e la testimonianza delle fede cristiana» e «nel mostrare la capacità della fede di interpretare e guidare a maturazione crescente la vita delle persone e i processi sociali». Pertanto, è indispensabile che il Meic prosegua l’itinerario di formazione cristiana basato, anzitutto, sulla conoscenza della Sacra Scrittura per comprendere meglio il messaggio cristiano dentro il mondo di oggi e che continui nell’attività ordinaria formativa.
Relativamente alla presenza del Meic nella Chiesa e nella città, è stato sottolineato, infine, che su tutto il territorio nazionale, ogni Gruppo Meic si modella in aderenza alla situazione della città e della Chiesa locale in cui opera. Di conseguenza, emerge l’esigenza di far conoscere su scala nazionale e locale il Movimento “sfruttando” al meglio le capacità comunicative e i mezzi di comunicazione sociale. E nel dibattito, in rapporto a tale ultima considerazione, si è sollecitata una presenza molto più incisiva del Meic nella città.