Tutti generosi, con i soldi dell’Ue, il caso 5 Stelle
Euroscettici, molto spesso contrari alla moneta unica e sostenitori delle “states exit” . Sono questi i profili degli eurodeputati indagati dall’Olaf (ufficio europeo per la lotta Antifrode) i cui esperti, negli ultimi mesi, hanno scoperto diversi “furbetti” dell’Unione. Politici di professione che hanno abusato dei rimborsi e dei fondi messi a disposizione dall’istituzione sovranazionale. Tra i numerosi scoperti nell’ultimo anno (ben 364 secondo quanto riportato dal sito dell’Olaf) ci sarebbero diversi italiani: un collaboratore del leghista Mario Borghezio, il viceministro Riccardo Nencini (ex europarlamentare al quale Strasburgo aveva chiesto indietro 455 mila euro ma che ha scampato il rimborso grazie alla prescrizione) e il deputato eletto con il Pd, ora Mdp, Antonio Panzeri, che ha fatto ricorso alla Corte di giustizia europea di fronte alla richiesta di restituire 83 mila euro. Al centro di un’indagine dell’Olaf, non ancora conclusa, sono finite anche due eurodeputato grilline, una delle quali, Daniela Aito, è stata eletta nella circoscrizione Lazio (risultata molto votata a Roma e anche nel territorio della provincia di Latina)
L’Aito era già finita nella bufera nel 2014 accusata di aver organizzato delle gite a spese dell’Unione per circa 50 persone. “Non gite ma giornate studio all’interno del parlamento per avvicinare i cittadini alle istituzioni” si era difesa l’Aito che era stata però ugualmente segnalata.
Di pochi giorni fa la notizia di una nuova indagine a carico della deputata come segnalato dal quotidiano Repubblica in un’inchiesta firmata da Alberto D’Argenio. La 5 Stelle, in questo caso, avrebbe chiesto il rimborso per sei studi sul turismo che le sarebbero serviti per svolgere l’attività parlamentare ma che si sarebbero rivelati dei copia incolla dal sito Wikipedia per i quali la eurodeputata avrebbe però richiesto svariate migliaia di euro di euro di rimborso. Meno vistosa l’irregolarità addossata all’altra eurodeputata cinque stelle Laura Agea che secondo gli esperti dell’Olaf avrebbe semplicemente inserito tra i suoi collaboratori un imprenditore che invece la coadiuverebbe esclusivamente nella sua attività politica sul territorio Italiano.
L’Europa sempre criticata e bistrattata diventa quindi una tetta da succhiare in ogni occasione e spesso con sotterfugi che portano ad aggirare le norme peraltro morbide di quelli che ancora non sembrano affatto essere diventati i tanto agognati Stati Uniti d’Europa che oggi garantiscono elevati stipendi e corposi rimborsi spese a chi decide di rappresentare la sua nazione.
Andrea Lucidi