Progetto “Volontariato per la salute mentale”: intervista alla dott.ssa Caterina Ciampa (CESV LAZIO)

Il CESV Lazio insieme alle Associazioni Habita‚ Oltre le barriere‚ AVO Roma e Lazio‚ Riconoscere‚ Immensa…mente‚ Insieme con te e Spazio Disponibile, hanno organizzato il corso di in-Formazione dal titolo “Volontariato per la salute mentale”. Il Corso‚ iniziato il 26 Gennaio u.s., si svolge presso la sede dei Centri di servizio per il volontariato del Lazio Cesv e Spes‚ in via Liberiana 17 a Roma.

Lazio Sociale ha intervistato, la dott.ssa Caterina Ciampa, referente territoriale dell’area Case del Volontariato del Cesv, a cui sono state rivolte le seguenti domande:

-Come nasce il progetto “Volontariato per la salute mentale”?

La collaborazione tra il gruppo di associazioni coinvolte nel corso ed il Cesv è nata nel maggio dello scorso anno quando è stato realizzato il convegno “Quali interventi per la salute mentale : Dalla centralità della persona alla centralità del protocollo?” Realizzato nel maggio dello scorso anno presso l’aula magna della facoltà valdese di teologia, dopo questa esperienza,  molto partecipata,  dal gruppo di 4 associazioni organizzatrici, il gruppo si è allargato a 7 e auspichiamo che le collaborazioni aumentino ancora.

Il progetto nasce dall’ esigenza manifestata dai rappresentanti di  queste  associazioni  di informare sia i familiari di persone con disagio psichico che gli utenti riguardo ai loro diritti, ai servizi che esistono sul territorio, ma anche di  favorire una riflessione sulla relazione utente,famiglia, psichiatria pubblica, valorizzare il sapere esperienziale delle persone che vivono un’esperienza di relazione con chi ha problemi di salute mentale. Devo dire che le associazioni ci avevano visto giusto, abbiamo ricevuto tantissime richieste di partecipazione tanto che stiamo pensando di proporlo anche l’anno prossimo.

– Quali sono gli obiettivi del corso e a chi è rivolto?

Le associazioni ma anche il Cesv  nel corso della loro attività pluriennale, hanno rilevato l’esistenza di diversi approcci alla formazione sul tema della salute mentale ed esperienze differenti; valorizzando queste diverse esperienze hanno proposto al Cesv  di costruire  un corso di in-formazione che è stato strutturato come ciclo di incontri tematici, dedicati ciascuno ad un aspetto diverso nell’ambito della salute mentale.

Gli obiettivi sono:

  • fornire ai volontari/familiari strumenti per metterli in condizione di interloquire con utenti e con i loro familiari;
  • fornire ai volontari/familiari strumenti per metterli in condizione di interloquire con medici e operatori sanitari.

– Quanto è importante la presenza della famiglia  per la salute mentale?

Ovviamente è molto importante,  la famiglia però deve essere ascoltata e supportata. Purtroppo nella maggior parte dei casi le persone che soffrono di disagio psichico hanno esclusivamente la famiglia come punto di riferimento e in molti casi le famiglie stesse si trovano in una situazione di isolamento sociale; in molti casi sono le famiglie stesse a “rimboccarsi le maniche” e a supportarsi a vicenda in un’ottica di ”automutuo-aiuto” però sarebbe importante che anche chi non si è mai trovato nella situazione di sperimentare le difficoltà connesse al disagio psichico si avvicinasse a queste famiglie, a queste situazioni, altrimenti si potrebbe rafforzare l’idea nell’opinione pubblica che di queste problematiche se ne devono occupare solo gli addetti ai lavori o chi ne è colpito direttamente o indirettamente.

-Quali sono gli interventi per la salute mentale nel Lazio?

Gli interventi pubblici previsti e diffusi sono:  i centri diurni, i centri di salute mentale,  gli SPDC  (servizio psichiatrico diagnosi e cura) , i Day Hospital, Le strutture residenziali  che sono differenziate in base all’intensità dell’assistenza sanitaria in comunità con assistenza sulle 24 ore, le 12 ore o per fasce orarie; riguardo alla diffusione (a macchia di leopardo) e al funzionamento, purtroppo negli ultimi anni come già le associazioni di tutela dei cittadini e  le associazioni di volontariato hanno segnalato,  ci sono stati parecchi problemi dovuti  a blocchi del turn over del personale, accorpamenti delle ASL, riduzione delle ore di intervento . Tra gli interventi ricordiamo poi i gruppi multifamiliari e i gruppi di automutuo aiuto , poi ci sono i progetti di inserimento lavorativo attraverso le borse lavoro, ovviamente questo elenco non esaurisce tutti i servizi che sono presenti nella Regione Lazio e che spesso sono portati avanti con la collaborazione di cooperative, associazioni, ecc. Infine ci sono i percorsi di cura delle cliniche private.

-Quale contributo può dare la Rete di associazioni, volontariato e, in generale, degli enti del terzo settore ai percorsi di cura in salute mentale?

Le associazioni e gli altri enti di terzo settore possono  intervenire in modo capillare e costante sul piano della prevenzione attraverso un’azione continua e diffusa di contrasto dello stigma, e attraverso interventi  anche educativi. Gli interventi di prevenzione sono importanti per il riconoscimento del disagio e permettono un  intervento tempestivo che possa  favorire  efficacemente la cura, l’integrazione o la reintegrazione alle persone che soffrono un disagio mentale. Possono sostenere l’adesione corretta alle terapie,  spesso suggeriscono ed attuano nuove forme di autoaiuto socializzazione e reinserimento sociale, supportano le famiglie e le persone con disagio psichico per la tutela dei loro diritti, portano avanti in collaborazione con l’ente pubblico progetti di reinserimento sociale, di inserimento lavorativo, nuovi progetti legati all’abitare. E’ molto importante lavorare in rete, superare i protagonismi, proprio per il grande bisogno di sostegno che esiste in questo ambito in modo da rispondere in maniera adeguata, soprattutto in modo da non far sentire soli e smarriti sia i familiari che le persone con disagio psichico, più progetti, interventi, seminari, meeting vengono attuati da diverse realtà del pubblico e del non-profit e meglio è .

 -Prospettive e progetti futuri?

Negli anni si è sviluppato soprattutto l’associazionismo dei familiari, siamo agli inizi, ma comincia a diffondersi  l’associazionismo di persone con disagio psichico, bisogna anche ricordare che per quanto i familiari stiano vicini alla persona e le si dedichino in maniera ammirevole, il bisogno della persona è però sempre “mediato” . Bisognerebbe che le persone direttamente  si associno, tutelino i propri diritti, siano coinvolte direttamente in progetti. Non sempre è facile, ma bisogna sforzarsi , e i centri di servizio sicuramente  sono disponibili a supportare  questo percorso.

Autore: Alessandra Bonifazi

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