Riconoscimento del Caregiver, la proposta di legge spiegata al pubblico

Prendersi cura di un familiare malato o disabile. Un atto d’amore e un sacrificio allo stesso tempo. Sacrificio di vita ma anche economico a cui lo Stato, a oggi, dà delle risposte limitate, sostanzialmente circostanziate ai permessi lavorativi e al sostegno economico configurati dalla legge 104 del 1992.

Un deficit legislativo che aspira a colmare il disegno di legge in discussione in commissione lavoro al Senato presentato dal senatore Ignazio Angioini che mira al riconoscimento e alla valorizzazione del cosiddetto “caregiver” familiare, ossia la persona che si prende cura di un congiunto malato.

Il disegno di legge e la sua portata rivoluzionaria per il welfare italiano saranno illustrati lunedì pomeriggio, a partire dalle ore 17.30, presso la sala conferenze della clinica San Marco di Latina nel corso di un incontro organizzato dalle Acli Provinciali di Latina e dall’Associazione “Insieme Hospice San Marco”

L’obiettivo principale del disegno di legge è quello di dare sostegno, non solo economico, a tutti quei lavoratori autonomi, oppure alle casalinghe, che non godono degli strumenti attivati dalla legge 104. L’Istat ha stimato che in Italia siano oltre 3 milioni le persone che nel contesto familiare si prendono cura di anziani e disabili. Si tratta prevalentemente di donne di età compresa tra i 45 ed i 55 anni che spesso sono costrette ad abbandonare il proprio lavoro. In Italia, in mancanza di un’adeguata rete di servizi sociali territoriali, i pressoché unici strumenti previdenziali previsti nei casi di disabilità riguardano l’indennità di accompagnamento. Se alcune amministrazioni locali o regionali hanno previsto degli assegni di cura o voucher da destinare ai malati ed indirettamente a chi presta loro assistenza, non si può in ogni caso  parlare del riconoscimento di un sistema nazionale di caregiving. Seppur rappresenti oggi una figura essenziale del nostro sistema di welfare, il caregiver familiare, quindi, non gode di nessun riconoscimento giuridico. Altri Paesi hanno già proceduto a riconoscere e tutelarne il ruolo. Tra gli altri, la Gran Bretagna, per esempio, con l’approvazione del Carers (Recognition and Service) Act nel 1995 e successivamente con il Carers and Disabled Children Act del 2000 che ha riconosciuto al familiare che assiste il diritto alla valutazione della propria condizione di bisogno esistenziale indipendentemente da quella della persona assistita, configurando, quindi, un diritto soggettivo autonomo.

Le Acli provinciali di Latina vogliono accendere i riflettori sulla proposta di legge che finalmente riconosce giuridicamente la funzione di chi si prende cura di un familiare o un congiunto malato disabile attribuendogli quei diritti e quegli strumenti per poter svolgere al meglio sia la propria professione che l’impegno stesso di cura – ha dichiarato Maurizio Scarsella, presidente provinciale delle Acli -. La fraternità che si esprime nella cura del prossimo è un pilastro fondamentale del welfare e il nostro Stato lo deve riconoscere. La politica ha il compito di far emergere gli ostacoli che mortificano tante persone costrette a limitare il proprio impegno lavorativo soprattutto autonomo per il bene degli altri “.

“Il senatore Angioni – gli fa eco il direttore provinciale Nicola Tavoletta – che ha presentato una proposta di legge in questo senso va supportato e non possiamo perdere questa occasione di giustizia. Le persone impegnate nella cura di propri familiari non hanno il tempo di scendere in piazza per sostenere tale legge ma noi, organizzazioni rappresentative del mondo del lavoro e della cittadinanza, abbiamo il dovere di lavorare perché questa legge venga approvata prima della fine della legislatura . Facciamo un appello a tutta la cittadinanza impegnata della provincia di Latina a dimostrarsi comunità stringendosi intorno a questa proposta di legge, promuovendola nel proprio territorio facendolo diventare capofila di questa battaglia di civiltà. Se l’Ottocento è stato Il secolo della Libertà e il 900 quello della legalità, questo d’inizio millennio dovremmo farlo diventare il secolo della fraternità e il riconoscimento giuridico dell’impegno di cura è un seme di fraternità” .

A prendere la parola anche Giuseppe Verardi, dirigente dell’associazione “Insieme Hospice San Marco”: “La collaborazione che si è aperta e che ho contribuito a mettere in sinergia tra la nostra associazione e le Acli provinciali di Latina vuole essere uno strumento di rete per promuovere azioni concrete a sostegno delle famiglie con disagi e criticità.  La nostra associazione crede nel volontariato ma lo considera un elemento sussidiario del welfare che sicuramente ha bisogno di un importante impegno legislativo viste le evoluzioni biologiche”

 

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