Percorsi di Sviluppo locale intervista ad Alfonso Pascale

In questa sede vorremmo approfondire, intervistando il Presidente del  centro studi per sviluppo locale in ambiti metropolitani CeSLAM Alfonso Pascale, la figura inedita e poco conosciuta ai più di Giorgio Ceriani Sebregondi (1916-1958) intellettuale e sociologo della Svimez, Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno, nato fuori dai circuiti accademici tradizionali nel quale si colgono gli “assi di trasformazione” del concetto di sviluppo locale, issue che “implica prestare prevalente attenzione a processi che mirano al miglioramento della qualità della vita e del benessere dei cittadini, rispetto a dinamiche esclusivamente quantitative di crescita di indicatori economici come il prodotto interno lordo”.(L. Ciappetti) Lo sviluppo locale diventa fondamentale  nel dibattito delle idee della globalizzazione sistemica  perchè permette  di declinare la dinamica dei sistemi sociali ed economici  con una nuova prospettiva inclusiva ai processi di sviluppo.
Entriamo nel merito dottor Pascale, ci può esplicare il concetto di sviluppo locale in senso generale e nel suo percorso storico
 Il concetto di sviluppo locale è un concetto antico che studia la dimensione sociale dell’agricoltura. I primi studi di questo ambito scientifico risalgono all’800, si guardi all’intellettuale lombardo  Carlo Cattaneo, figura poliedrica di grande fascino, il cui approccio  multidisciplinare e intersettoriale allo sviluppo influenzerà in maniera evidente tutto il lavoro di Sebregondi. Inoltre potremmo elencare in questo “viaggio nello sviluppo locale”  tutta la tradizione degli studi di Arrigo Serpieri, elaborazioni innovative che  anticipavano schemi concettuali qualitativi nella ricerca socioeconomica e che avrebbero costruito forti legami accademici e di linee di pensiero con un altro personaggio legato a Sebregondi , parliamo di Manlio Rossi Doria, fondatore della scuola del Gruppo di  Portici (G. Marselli)  ed estensore delle politiche del mezzogiorno  e delle politiche di intervento,  alle inchieste Iacini. Tale tradizione avrà omogeneità inedite anche nella programmazione del New Deal.
Qual è la declinazione dello sviluppo locale in Ceriani Sebregondi?
 In questo asset di contaminazioni nasce il prototipo sebregondiano, aideologico, irregolare ed eretico, un approccio umanistico all’economia dei territori che anticipa il pensiero di Amartya Sen, visione territoriale e auto propulsiva non localistica, un filone di pensiero che avrà esplorazioni in molta letteratura sociologica recente.
Un elemento da inquadrare nella definizione storica del modello ivi descritto sta nel fatto che questo approccio alla dimensione locale dello sviluppo entra in forte conflitto con la visione industrialista dell’economista Pasquale Saraceno, fondatore dello Svimez dove lavorò lo stesso  Sebregondi, voluto dallo stesso Pasquale Saraceno.
 In questa struttura pubblica tecnica si inserisce Sebregondi  segnalato dal fratello Angelo Saraceno con il quale  aveva lavorato all’Ansaldo con le mansioni di assistente del Presidente. La forza della personalità del sociologo che stiamo raccontando sta proprio qui nell’unità tra tecnica manageriale  e sapere umanistico, tra prassi e teoria, un’ articolazione non dogmatica la quale prevedeva un ciclo di programmazione formulato e realizzato senza forzature economiciste  descritte da Pasquale Saraceno, forzature  che  poi diverranno egemoniche nelle classi di influenza italiane  e nelle future politiche generali.
 Come ho affermato pocanzi l’impostazione sociologica di GCS prevede un concetto di sviluppo che include le soggettività sociali, storicamente in conservazione e in evoluzione, che considera la società come ente storico (in questo senso è determinante il legame con Felice Balbo) per “conservare ed evolvere la sua fisionomia nel tempo”(GCS)
In questa prospettiva storica emerge un quadro di riferimento omogeneo anche con il pensiero politico di Adriano Olivetti, con il quale Sebregondi aveva collaborato e con il quale aveva un rapporto di consolidata amicizia.
In quanto per entrambi lo sviluppo era animato dall’ “investimento sociale” in formazione , come mobilitazione e autocoscienza, e quindi partecipazione allo Stato e alla trasformazione armonica del sociale, superando la dialettica società -Stato
Lo sviluppo è un triangolo composto da tre dimensioni istituzioni, società locale  e comunità nel quale vige un reciprocità esigente tra conflitto e mutamento, e in cui bisogna alimentare il capitale sociale territoriale, elemento che non deve mai venire meno tra le dimensioni del triangolo di Sebregondi per il fare sociale e il fare comunità, il “triangolo rotto” mette in crisi la democrazia effettiva e il problema di “partecipazione periferica”  che vuole diventare attiva.
 A suo avviso  qual è l’attualità della lezione di Sebregondi? E qual applicazione potrebbe avere nel sistema sociale di oggi?
 La struttura del pensiero ivi descritto  potrebbe essere utilizzato per costruire un’Agenda di città progetto per lo sviluppo metropolitano in antagonismo alla molecolarità sociale di oggi.
Tale paradigma cooperativo dei territori supera lo schema debole del  fordismo  nelle sue linee urbanistiche, e il binomio centro periferia.
La nuova prospettiva trasforma i flussi e i luoghi della periferia come i nuovi laboratori dell’innovazione sociale e del fare comunità territorio nel viaggio della globalizzaione, il laboratorio città si esprime nella sua complessità e ha bisogno di politiche e  approcci nuovi.
 La svolta postfordista  costruisce nuovi modelli di governance e nuovi modelli di partecipazione civica, rimettendo in gioco gli elementi coesione sociale e l’attivazione di risorse locali di cittadinanza responsabile, un dinamismo locale che innesca meccanismi virtuosi di partecipazione politica e  di crescita culturale nella “coscienza dei luoghi”.
Il nodo rimane nella palude del dibattito sulle autonomie territoriali, e assumendo come costruttive queste innovazioni di pensiero potremmo immaginare percorsi di buona politica e di buona amministrazione, verso un processo riformatore ed efficiente della pubblica amministrazione locale e dei suoi assetti amministrativi.,una vision innovativa e strategica di “identità progettuale” per le nostre città territorio.
Un altro dato applicativo per cui può essere ancora utile la lezione di Giorgio Ceriani Sebregondi, è quello dell’Immigrazione, contrapponendo allo stato delle cose un modello di integrazione e di interazione che rimetta al centro la persona e il suo protagonismo di cambiamento sociale , e declini un processo di sviluppo sociale  accompagnando la scommessa dei nuovi cittadini con l’impegno educativo e la presa di coscienza.
Autore: dott. Alessandro Mauriello 

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