Scrittore Sumero: serie speciale – puntata 12

Nel 1932 Lambertus aveva la strada spianata, sapeva già tutto, ormai indirizzava ed orientava i lavori della bonifica nell’Agro Pontino, parlava con Valentino Orsolino Cencelli o Edmondo Rossoni, pianificava strategie ed opere.
Cencelli e Rossoni erano a capo dell’immensa opera di bonifica, ma era la nostra compagnia ad ispirarli.
Nella squadra coinvolse il Prof Claudioli, convinse Elba a fare giusti investimenti, Isidora li seguì, anche Giorgia Tessali scelse di partecipare alla realizzazione di quella straordinaria opera.
Claudioli aveva spiegato all’archietetto Duilio Cambellotti i segreti del disegno.
Questa volta a pagamento.
Giulia da Ur, mentre tornava nel XXI secolo, dove dirigeva la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, pensava ad un episodio di qualche tempo prima.
Bordeaux, Francia, 2012, I edizione del Festival internazionale del Tango Argentino.
Aveva incontrato Isa Cavallera, ballerina argentina, si confidarono una storia.
Anche Isa ara migrata nel tempo e nel 1818 in Bretagna aveva incontrato un uomo ricco di ingegno, pensatore, infaticabile scienziato, medico stimato, ma anche un uomo molto stanco. Renè Laennec era il suo nome. Era tornato per riposarsi nella sua Bretagna e si ara concesso una passeggiata a Bordeaux.
Lì i due si incontrarono, tra i vicoli della città vecchia a due passi dalla Garonna, casualmente in un bistrot.
Lui e lei parlarono. Si conobbero per uno sguardo, un attimo di vigore per lo scienziato. Da poco, nel 1816, aveva inventato lo stetoscopio. Passeggiava a Parigi, dove lavorava all’ospedale, e tra i cantieri del Louvre in costruzione vide dei ragazzini che giocavano con delle aste.
Uno con l’orecchio teso da un lato e un altro che sfregava il chiodo all’altra estremità.
Apprese e inventò lo stetoscopio.
Ora i due parlavano e Renè diede ad Isa un biglietto con scritto: “ascolta la soluzione, non la guarderai”.
Era in quel messaggio la soluzione? Era l’intuizione giusta.
A tavola a Brno avevano parlato, si erano confrontati sulla chiave che tutti cercavano, Giulia da Ur ora capì.
Appena scese dall’aereo a Valencia telefonò allo Scrittore Sumero e gli raccontò quella storia.
Giulia da Ur aveva capito, il viso sorrideva, la voce era convincente.
Scrittore Sumero era al telefono, c’era la neve a Roma, Fori Imperiali.
Si erano intesi.
Giulia da Ur salutò, aveva da fare a Valencia, camminava spedita sul bordo del laghetto accanto all’Emispheric, concluse la telefonata con un sorriso.
Scrittore Sumero verso la metropolitana, doveva correre, era ad un passo dalla soluzione: VI, VII, XX, AB ASSURDO.

Scrittore Sumero

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